Poveri pensionati, dimenticati dalla politica che li menziona solo al momento del voto. Si pensava che il neo Presidente del Consiglio Matteo Renzi nei suoi mille discorsi, nelle sue tante promesse, almeno una volta menzionasse i pensionati. E invece li ha dimenticati, come del resto i suoi predecessori: per esempio il governo Monti aveva congelato gli aumenti Istat per due anni a quei pensionati che superavano i 1.443 euro mensili.

Per la politica i pensionati pesano come un macigno: non sono considerati, anzi, spesso sono una categoria da rottamare perché un pesante fardello per lo Stato e per l'Inps in quanto troppo spesso viene considerata dalla politica come una categoria non più producente che non dà più utili, ma che vi attinge solamente.

Siamo in un'epoca in cui la vita si è allungata e, mentre trent'anni fa un pensionato, dopo essere andato in quiescenza, poteva godersi la sua pensione per dieci/quindici anni ora l'aspettativa di vita è aumentata. Una recente statistica dice che la media per il percepimento della pensione è arrivata ai vent'anni.

Sono tanti i pensionati che hanno lavorato duramente, come in miniera o presso forni di acciaierie. Pensionati che hanno lavorato trentacinque o quarant'anni, versando regolarmente i contributi. E che spesso ora sono diventati un  "numero", quello riportato sul libretto della pensione. Ma c'è una cosa importante da far rilevare: i nonni e i pensionati cosa hanno fatto in questi anni di crisi?

Con le loro piccole Pensioni hanno aiutato le loro famiglie. Oltre all'aiuto materiale, come andare a fare la spesa o portare e andare a prendere i nipotini a scuola, tanti lavorano un pezzetto di terreno per far risparmiare tante spese alla propria famiglia.

La politica deve tanto ai pensionati e si deve togliere il cappello nei loro confronti, sia per quello che hanno fatto che per quello che stanno facendo e che continueranno a fare.