Nell' incontro, se si può definire tale, che si è svolto tra il neo Presidente del Consiglio e il leader del movimento cinque stelle sono emerse delle sfaccettature a dir poco inquietanti.
Innanzitutto dobbiamo prendere in considerazione che ci troviamo di fronte a due dei maggiori leader comunicativo - persuasori che ci sono attualmente in Italia, senza nulla togliere a Silvio Berlusconi, e che proprio nel momento in cui la gente si aspetta un dialogo fitto e concreto sui punti che andrà a presentare la nuova coalizione di governo ai rappresentanti del movimento cinque stelle, ne esce fuori una comunicazione a dir poco scandalosa e umiliante.
Prendiamo in esame la postura del comico, che a differenza di Renzi, si sbraccia e tiene il corpo in avanti, nell' intento di far capire che il suo "dialogo " non è altro che una vera e propria indignazione e chiusura di fronte ad ogni possibile tentativo di mediare e instaurare un discorso costruttivo da parte del suo "nemico " .
Dall'altro lato osserviamo Renzi più pacato e tranquillo, con modi di interloquire e fare " democristianizzati " ma che comunque tenta di spiegare prendendo al largo (forse troppo) i punti che vorrebbe portare a termine nei prossimi mesi.
In tema di toni e linguaggio il leader del Movimento non le manda certo a dire, usando una serie di metafore che fanno capire che instaurare un dialogo con lui è come sparare sulla Croce Rossa; prima accusa generalizzando che Matteo è giovane ma vecchio dentro, e che la sua politica è la politica che rappresenta i poteri forti, le industrie e le banche; gergo populista e sfrontato di chi generalizza e fa di tutta l' erba un fascio, non considerando più il luogo istituzionale della conversazione ma mantenendo la coerenza che lo contraddistingue e sfoggiando tonalità da piazza e da stadio.
Renzi d'altra parte cerca di inserirsi nella conversazione guidata totalmente da Grillo balbettando " ..voglio raccontarti cosa faremo.. fammi parlare un ' attimo.." ma di fronte alla poca educazione del leader dei "Vaffa" non c'è nulla da fare.
La mini - riunione durata solo dieci minuti non porta a nulla, ma fa emergere dal punto di vista comunicativo un dato allarmante: siamo tornati indietro di più di cinquanta anni, quando la teoria ipodermica la faceva da padrona nella comunicazione alla massa : Grillo rappresenta nella sua completezza quello che era lo stimolo - reazione di una volta, lasciando a casa gli ideali di democrazia e partecipazione e facendo emergere la parte più indisposta di sé, catturando l'attenzione dei media e della gente che rappresenta iniettando odio e facendo leva sul dolore della gente, ma chissà se tutti coloro che lo hanno votato han creduto che alla fine si potesse rivelare cosi superficiale; con questo non voglio dire che parte delle sue tematiche sono sbagliate, una su tutte, il governo non formato dalla volontà popolare ma incaricato dal Presidente della Repubblica, ma che in un contesto come la politica ci si deve cambiar abito per anche solo per ascoltare.
Un po' come fanno i neo - diplomati al primo giorno di lavoro: non azzardano a dire cosa è giusto fare o no, ma si siedono e ascoltano, ovvio se non sta bene loro, si alzano e se ne vanno, ma non prima di aver ascoltato.