Dunque adesso è ufficiale: Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico, non è un uomo di sinistra.

Ben più di un sentore a riguardo si era già avuto sin dai tempi della famosa cena di Arcore con Silvio Berlusconi, evento mondano al quale un vero uomo della Sinistra italiana non avremme mai e poi mai partecipato. Invece il Sindaco di Firenze accettò di buon grado, senza fare una piega, salvo poi provare a salvare la faccia tweettando "caro Silvio io non sono in vendita". Un po' tardi per dirlo, no?

Tuttavia pare che in tanti avessero sottovalutato quel primo segnale, tenendo ferma la fede nel giovane rampante toscano, tanto da affollare le urne delle primarie del Pd, pagando anche 2 euro per poter dare il proprio sostegno a Renzi, eleggendolo come Segretario (e quindi guida) del Partito.

Anche lì i veri uomini di sinistra del PD storsero e non poco il naso, di certo non felici che a capo del principale Partito di sinistra vi fosse un uomo che di idee di sinistra pareva averne ben poche. Tuttavia prevalse la ragion di Stato: ha vinto Renzi, evviva Renzi!

E Renzi ripagava questa fiducia incontrando ancora una volta Berlusconi al Nazareno, con la mediazione di Verdini e con il beneplacito del Presidente Giorgio Napolitano.

In un conviviale incontro, il Segretario del PD e quello che in campagna elettorale era stato indicato come il peggior nemico del PD stesso, si mettono d'accordo per una nuova legge elettorale che andasse bene ad entrambi. Un qualcosa che garantisse loro il potere e le poltrone nonostante il sempre più incombente spettro delle elezioni e della valanga di voti che avrebbe potuto prendere il M5S.

Lì non si trattava più di Politica, di destra e sinistra, di amici e nemici, di ragioni di Stato. C'era un qualcosa di più urgente: bisognava trovare il modo di non perdere il potere, cosa che sembrava sempre più probabile vista l'inarrestabile ascesa dei pentastellati. Non c'era in gioco la faccia, c'era in gioco addirittura la poltrona, lo scettro del comando.

E tanto bastò per far convergere Renzi e Berlusconi su una legge elettorale che riuscisse a bloccare, senza ombra di dubbio, ogni eventuale attacco "esterno" al loro potere. Nacque così l'ormai famigerato Italicum.

Il Parlamento ha ratificato infine, approvando l'Italicum, il matrimonio tra Renzi e Berlusconi, diventati ormai un'unica entità.

Del resto i primi a temere per la loro poltrona sono proprio i parlamentari, come si poteva mai pensare che votassero contro una legge che gli garantisce di mantenere i propri privilegi?

E il pensiero oggi va al povero elettore di sinistra. Colui che davvero con Berlusconi non voleva averci niente a che fare, che davvero pensava che la soluzione ai problemi dell'Italia fosse "smacchiare il giaguaro".

Ecco, oggi quell'uomo è rimasto vedovo. Solo, sconcertato, isolato, incerto su cosa lo attenda in futuro. Magari si vergogna anche un po' di aver votato per Renzi, per il PD, per quegli uomini che oggi hanno distrutto il suo sogno e la sua ideologia. Cosa potrà fare in futuro quest'uomo?

Votare ancora per il PD?

Difficile, visto che ormai è un partito di centro, se non addirittura di destra e che ne sta combinando di cotte e di crude.

Votare per SEL? Neanche, visto che con gli sbarramenti previsti nell'Italicum è ben alto il rischio che il suo voto vada COMUNQUE al PD, lasciando SEL fuori dal Parlamento (voto per Vendola e mi ritrovo ad aver votato Renzi mio malgrado). E in ogni caso si finirebbe sempre e comunque ad essere una stampella poco importante nel panorama politico renziano.

Votare il Movimento 5 Stelle? Perché no, ma magari non tutti sono d'accordo con Grillo, con certi toni, con un certo modo di fare politica. Di certo oggi il minore dei mali per un elettore di sinistra, ma pur sempre un qualcosa di diverso da quello che avrebbe voluto.



Astenersi dal voto? E perché mai dovrebbe privarsi dell'unico residuo briciolo di potere che gli è rimasto? Perché rinunciare all'unica opportunità di poter davvero contare qualcosa? Perché farsi togliere anche l'ultima arma che la Costituzione mette a sua disposizione? Oltretutto non votando contribuirebbe ad abbassare ancor di più il numero di voti che il PD e/o il PdL dovrebbero prendere per raggiungere le percentuali necessarie ad avere il premio di maggioranza (prendere 5 voti su 10 votanti è il 50%, prendere 5 voti su 100 votanti è il 5%!).