Chiedere ad un adolescente perché non va a scuola il 25 aprile e sentirsi rispondere che è giorno di vacanza, non deve stupire più di tanto. I giovani d'oggi hanno dimenticato il nostro passato. Sono inutili i servizi televisivi, le giornate della Memoria o le Commemorazioni pubbliche. Sono inutili i discorsi, le marce di solidarietà e le corone di fiori, o le medaglie alle bandiere. Per loro, sono immagini che scorrono noiosamente in televisione, o articoli che riempiono forzosamente i giornali, privi di sostanza, perché il 25 aprile non fa parte del loro mondo o della loro memoria.

Le cause? Soprattutto la scuola e la stupidità di un mondo che invece d'insegnare senza ideologie, ha bisogno di politicizzare ogni cosa, disgustando i giovani ai quali la politica non interessa affatto. Basterebbe poco per incuriosirli, un semplice giro alla Memoria, senza commenti di parte. Vedere i luoghi dove si sono svolti grandi scontri storici e provare ad immaginare tutto quello che ne è derivato, sicuramente lascerebbe loro un segno indelebile, sicuramente molto più incisivo di tutte le chiacchiere che vengono fatte fino alla nausea. Il 25 aprile è un ricordo per chi ha vissuto, anche indirettamente, quegli avvenimenti, ma ormai, quanti testimoni sono rimasti?

Più che un simbolo di lotta per la pace, commuovono per la loro vetustà, e l'attenzione s'incentra sull'idea che vengano portati in giro come simulacri di un mondo morto e sepolto.

La Memoria va alimentata, ma in maniera più seria, senza politica, senza pregiudiziali di sorta, ma solo spiegando gli avvenimenti, così come si sono svolti; sottolineare che la guerra è stata combattuta in nome della libertà, e del rifiuto italiano di restare sotto il dominio di un altro dittatore. Evitiamo le partigianerie, le condanne aperte; nella guerra, ovunque si combatta, non ci sono vincitori né vinti, ma solo dolore e desolazione.

La liberazione, all'Italia è costata tanto, tantissimo. Morti, distruzione, perdita di meraviglie storiche ad opera dell'uomo.

Chi ha percorso il nostro paese, conquistatore o liberatore che fosse, ha distrutto il nostro patrimonio, la nostra storia, le nostre radici. E' il prezzo che l'Italia ha sempre dovuto pagare. Il 25 aprile, giorno della liberazione, dovrebbe essere un giorno d'istruzione, dedicato interamente a quegli avvenimenti, un film, una gita in un museo militare, o un giorno di volontariato.

Il 25 aprile deve diventare un giorno particolare, fissato nel ricordo, nella memoria, che affiora tra i bei momenti dell'adolescenza, e non il pretesto per giocare a calcio ai giardini o per la gita fuori porta.