Renzi si o Renzi no? È meglio emigrare verso Grillo o dare fiducia a Berlusconi? Quale di queste decisioni ci potrebbe portare verso una vera rivoluzione, in senso pacifico naturalmente, ma semplicemente per cambiare finalmente il volto di questo Paese!
L'andazzo a livello politico perdura e la gente non riesce più a comprendere il da farsi. E, intanto, nuovi momenti elettorali sono in arrivo. Del resto in Italia recarsi alle urne capita abbastanza di sovente. Le occasioni potrebbero servire per dare un senso al contributo che i cittadini potrebbero dare per una vera svolta epocale nell'ormai disperso Belpaese.
Invece lo sconcerto, la sfiducia, il disamore per le vicende politiche continuano a crescere e, in termini proprio crudi, non si è più in grado di prendere decisioni oculate, ponderate su qualcosa di concreto.
A parte chi dalla politica riesce a ottenere qualcosa in virtù di clientelismo e assistenzialismo, una residua parte dei cittadini che esprimono i loro consensi lo fanno quasi per abitudine, persino con una certa rassegnazione. Non si aspettano più nulla e non hanno il coraggio di mutare il loro voto. Gran parte dei cittadini preferiscono trincerarsi in un non consenso, tra scheda bianca e astensione che, tutto sommato, non risolve proprio un bel nulla. In effetti non fanno altro che agevolare il percorso di distruzione del Paese, lasciando via libera a chi della politica ne fa un mestiere e si crogiola in atti per lo più corrotti, ai danni della pubblica amministrazione.
Il dilemma posto all'inizio resta tutto intatto. Tra Renzi che si propone come rottamatore, Grillo che si propone come rivoluzionario e l'immarcescibile Berlusconi, citando le forze politiche che, sondaggi alla mano, avrebbero possibilità concrete di governare, l'elettore fatica veramente tanto per decidere a chi affidarsi.
Rimangono, è vero, altre forze politiche, i cosiddetti cespugli più o meno folti, ma che altro non servono che a rimpinguare i propositi dei partiti maggiori. Alla ricerca di un piccolo o al massimo medio ruolo politico nella gestione politico amministrativa del Paese.
Il destino futuro dell'Italia a questo punto non appare certo roseo.
L'unica cosa certa è che questo destino lo può cambiare solo il popolo italiano, uscendo dalla sua oramai dannosa apatia verso la politica, scrollandosi di dosso tutta quella classe politica che ha dato ampi motivi per non meritare la fiducia in loro riposta in passato. Tra questi c'è chi persino prosegue nella sua scalata verso posizioni più ambiziose, perseverando nella sua sfacciata corsa nell'alveo della corruzione e del profitto personale. Magari con l'utilizzo spudorato di dubbi appoggi e delle solite spregiudicate lobby. Un pericolo che bisognerebbe scongiurare, levando loro ogni speranza di poter proseguire nei loro loschi propositi. Il coraggio di un cambiamento passa attraverso queste decisioni. La paura per un fugace rischio non può fermare una mano decisa a promuovere il bene per il proprio Paese.