Finalmente la sentenza è arrivata: dopo mesi di attesa, la Corte Europea dei Diritti Umani si è pronunciata, esprimendo condivisione per i programmi del governo italiano, volti a porre rimedio al problema del sovraffollamento delle carceri italiane.

Un sospiro di sollievo, dunque, per il Ministro della Giustizia Orlando e per i componenti del Governo Renzi, assolutamente contrario ad un provvedimento di clemenza e sordo ai richiami del Presidente della Repubblica.

E' dunque lecito domandarsi i motivi di tale, ostinata, contrarietà?

Matteo Renzi, pochi anni orsono, si dichiarò favorevole alla battaglia di Marco Pannella e dei Radicali Italiani, da sempre sostenitori di una revisione del sistema giudiziario italiano e favorevoli all'introduzione di misure in grado di decongestionare i penitenziari, dove il sovraffollamento è solo una delle componenti dell'annichilimento della dignità umana.

Cosa, dunque, ha spinto il Premier a cambiare idea?

Semplice: ogni azione del Governo italiano deve rispondere ad un criterio di popolarità, deve ... portare voti.

Guidato da questa, irrinunciabile, luce guida, sbandierando un bonus di 80 euro che restituiremo con l'aumento delle accise su carburanti, alcolici e tabacchi, Matteo Renzi ha finalmente portato il PD a stravincere le elezioni, con percentuali di consenso che nessuno poteva immaginare.

Rimane una domanda: è lecito sacrificare la Politica, quella con la P maiuscola, sull'altare della popolarità elettorale?

Il parere della Commissione Europea, benché positivo, non serve certamente a migliorare le condizioni di chi, pur colpevole, vede la propria dignità di uomo calpestata quotidianamente.

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