Nel mondo islamico non c'è pace, cambiano i governi, cambiano i presidenti ma i conflitti interni non si attenuano, le dittature generano sempre simili forme di reazioni violente alla violenza del regime, che poi con l'acuirsi delle tensioni e dell'odio diventano incontrallate e incontrollabili.

Anche il terrorismo è una forma estrema di lotta, che parte a volte da un'esplosione di rabbia per torti subiti, non è giustificabile perché è pura follia, ogni forma di lotta armata che fa vittime innocenti lo è, ma si fa portavoce di lotte di affermazioni di diritti violati di parti deboli.

Sia che sia una reazione a violenze e repressioni sia che sia una prepotenza per convinzioni errate nelle regioni dell'Islam, la lotta terroristica crea conflitti di una brutalità e di forme di violenza senza giustificazione. L'America e il mondo da anni cercano soluzioni ma l'ingiustizia e le violazioni di diritti umani in queste terre continuano a imperversare perché in queste zone convivono realtà e fazioni troppo rancorose.

Violenze su donne e bambini, regimi autoritari che puniscono con mezzi brutali, torture e violenze su ogni forma di ricerca di libertà e di democrazia, nella lotta per la libertà usano mezzi leciti e mezzi illeciti, tutto questo e molto altro è l'Islam oggi.

A parte coloro che cercano con azioni terroristiche di reagire agli abusi di potere di regimi autoritari, ci sono anche forme estreme di reazionismo violento al potere di fazioni rivali che non accettano chi è al potere e scatenano conflitti e lotte che non sono altro che forme di prepotenza per il predominio.

Il mondo occidentale anche conoscendo bene la situazione può solo in parte capire quanta rabbia si accumula a subire giorno dopo giorno violenze e ingiustizie, uscire e vivere liberi per il mondo islamico è un'utopia perché ci sono delle radici che sono più forti di ogni vento modernizzatore aperto, ci sono credenze e valori religiosi ed etici che mentre nell'occidente pur generando sdegno non portano conseguenze nel mondo islamico diventano questioni politiche.

Basta un niente a generare conflitti dopo la caduta di Saddam Hussein, sono passati gli anni e il vento di libertà ha per un po' illuso e placato anche gli animi contrari, ma i dissidenti ci sono e forse ci saranno sempre.

I miliziani dello Stato Islamico (Isil) hanno preso d'assedio le principali citta del nord dell'Iraq, i jihadisti stanno arrivando a Baghdad.

L'Isil cioé lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, è un gruppo jihadista guidato da Abu Bakr al-Baghdadi, considerato l'erede di Osama Bin Laden, ed è seguito da 10mila estremisti ben armati e addestrati.

Il conflitto non è circoscritto all'interno ma può contare, inoltre, su potenziali rinforzi dalla Siria e sugli aiuti economici provenienti da network segreti del mondo arabo che finanziavano al-Qaeda. Dopo la conquista di Mosul e' diventato chiaro il suo obiettivo: costruire un emirato islamico tra la Siria e l'Iraq.

L'unico modo per uscire da questa difficile situazione in quelle zone, purtroppo, è un controllo esterno che difficilmente si può realizzare e anche laddove come in Afghanistan c'è non mancano comunque le lotte e le carneficine.