Forse ci vorrebbe più tatto. Forse ci vorrebbe un pudore che in molti, sulla rete, hanno barattato senza pensarci due volte pur di pubblicare fotografie che facciano scalpore o, perlomeno, che attirino l'occhio del lettore disattento, nella speranza che l'articolo venga letto.


E' questo il caso di un'immagine apparsa a poche ore delle prime informazioni sull'abbattimento del boeing 777 della compagnia Malesyan Airlinenes, con 295 persone a bordo, sui cieli tra l'Ucraina e la Russia.
Una tragedia immane che getta ancora più benzina sulla crisi geopolitica che avvolge l'intera regione; un disastro sul quale dovrà essere fatta la massima chiarezza e che, comunque la si veda (colpevoli i filorussi oppure gli ucraini?), non ha certo bisogno di leggerezze come la pubblicazione di scatti "ritoccati" con Photoshop.


Invece, con troppa superficialità ed a caldo, alcuni blog, hanno proposto on line una fotografia (la vedete in pagina assieme all'originale nel riquadro piccolo) che è chiaramente tratta da un fotogramma della serie televisiva cult "Lost", l'hanno modificata con qualche programma di foto ritocco e l'hanno tranquillamente - senza pudore alcuno appunto - messa in bella vista, tra l'altro con didascalie ("Il disastro aereo civile Malaysia Airlines MH17 abbattuto da un missile") che nulla lasciano intendere si tratti, perlomeno, di una ricostruzione, buttata lì perché magari in quel momento non si avevano altre fotografie.


Qualcuno in rete c'è cascato e pur riconoscendo stranezze nell'immagine si è lasciato andare a commenti in stile "complottista": "Nell'angolo in fondo a destra, non vi sembra di scorgere una specie di spiaggia con mare? Che sia un lago? certo sto pezzo di relitto è grosso..." oppure "Chissà dove si sono procurati questa foto malamente taroccata? Il pezzo di carlinga è di misura appena sufficiente per attaccarci la scritta malahsyaairline".


Si: spiaggia e mare ci sono, il fotogramma appartiene, senza ombra di dubbio, a "Lost" ed il tutto appare come una sconsolante icona di quello che rischia di diventare il web. Un luogo virtualmente inaffidabile, facendo il gioco di chi - temendo le informazioni libere e certificate che passano per la rete - vorrebbe screditarlo in toto.