Pare che si attendano con ansia il debutto di Floris su La 7 e la nuova conduzione di Ballarò da parte di Massimo Giannini; ci si chiede, in particolare, se la fortunata trasmissione di Rai 3 continuerà ad avere successo anche con la sostituzione di Floris con un giornalista proveniente dalla carta stampata. Non so quanto siano condivise queste "preoccupazioni", in un momento in cui abbiamo tutti ben altri pensieri che ci assillano. Ma forse vale la pena di rilassarci un po', chiacchierando su un argomento abbastanza futile. Che però, in fondo, può anche portarci a qualche riflessione un po' più seria.

Cominciamo col dire che da queste novità non deriverà proprio nulla di sconvolgente: Ballarò continuerà ad avere successo anche con la conduzione di Giannini, ammesso che il pubblico continui a gradire questo genere di trasmissioni. (Qualche segno di stanchezza si cominciava ad avvertire da tempo, con una flessione degli ascolti che, probabilmente, continuerà). Floris avrà più o meno successo su La 7 in base al tipo di programma che gli sarà affidato. E' chiaro dove voglio arrivare: si dà troppa importanza ai conduttori televisivi (fin dai tempi di Mike Bongiorno!), meno all'ideazione, alla struttura dei programmi, alle circostanze che portano certi format ad incontrare i gusti del pubblico.

Sono convinto che la popolarità di certi personaggi sia la conseguenza del successo dei programmi che hanno avuto la fortuna di condurre, piuttosto che viceversa. Se questo è vero, i compensi che sono riconosciuti a certi personaggi sono doppiamente scandalosi: perché lo sarebbero comunque, per l'enorme divario rispetto ai compensi di altri professionisti, e perché non sono giustificabili con i risultati ottenuti.

Anche i compensi di certi calciatori sono scandalosi; ma, almeno, si possono dare un paio di giustificazioni: la brevità della carriera, e il particolare talento di alcuni giocatori che li porta a livelli di eccellenza difficilmente raggiungibili da altri. Ci si scandalizza, e giustamente, dei compensi di alcuni presidenti o amministratori delegati di grandi aziende; ma, anche in questo caso, qualche giustificazione si può trovare nelle particolari capacità e competenze richieste, nel peso delle grandi responsabilità che gravano su certe posizioni di vertice (e nei rischi conseguenti).

Ma nel caso dei conduttori televisivi, non si vede proprio quali motivazioni possano giustificare certi compensi stratosferici: la brevità della carriera? Ma sì, pensate a Pippo Baudo. Il particolare talento? Ma andiamo, guardandosi un po' intorno nel mondo dello spettacolo o del giornalismo si potrebbero facilmente trovare decine di personaggi capaci di svolgere egregiamente il compito. Le responsabilità? I rischi? Ma quali? Comunque, tengo a chiarire che non nutro sentimenti astiosi nei confronti dei vari Floris, Fazio, Santoro: anzi, li apprezzo molto e li trovo anche simpatici (chi più chi meno, naturalmente); però mi sembrerebbe giusto, eticamente doveroso, un ridimensionamento dei loro compensi in linea con l'austerità che caratterizza per la maggior parte di noi questo tempo di vacche magre.