Gino Strada è uno che mette d'accordotutti. Perlomeno tutti coloro che conservano un briciolo di coscienzamorale e non sono affetti da quella malattia tardiva che è ildisincanto. Ovvio che uno come Gino attingerebbe maggiormente da quelbacino che tiene in ammollo milioni di persone di sinistra senzapatria e senza più molta voglia di sgolarsi per una causa, mariuscirebbe anche a fondere questa sinistra diffusa con il mondodell'associazionismo e del volontariato, cioè in generale conpersone per bene. Inoltre il chirurgo di Emergency ha un pigliodeciso e tutti i segni corporei di uno che dice pane al pane e non tifrega.

Gino Strada ha l'autorevolezza dell'uomo del fare e allostesso un retroterra che lo pone affianco agli ultimi senza riserve,uno che scuote gli animi e ti invoglia a recuperare un senso dellecose, offuscato dalla paura e dall'indifferenza e annacquato da unnichilismo di maniera.

Insomma Gino ha un carisma che lo rendeil miglior candidato una una sinistra disastrata che voglia usciredal suo recinto e reclamare il governo della nazione, senza evocaregli spettri di un nuovo leaderismo autoritario travestito da buoneintenzioni. Si dirà che cose del genere non funzionano e chefiniscono per bruciare anche i migliori, come è successo al buonIngroia, e che Gino Strada è la solita operazione di marketing cheserve a supplire le carenze della politica.

I più affezionatiall'utopia della democrazia partecipativa, come nuova frontiera diuna politica davvero democratica diranno che la soluzione non è illeader, ma un processo costitutivo dal basso ecc. Innanzitutto questanon sarebbe un'operazione di pura sommazione di frammenti dispersidella sinistra, che serve solo a dare ossigeno a qualche partitinoagonizzante, ma sarebbe una chiamata alle armi di tutti gliarruolabili ad una causa che va al di la del cortiletto di casa diuna sinistra litigiosa e dispersibile, con lo scopo di superarel'idea stessa di sinistra e far entrare energie nuove nella politica.Inoltre in questo caso non si tratterebbe di mera sopravvivenza, madi un progetto ambizioso di governo dell'Italia e dell'Europa.

CheStrada non sia un politico di professione è un bene, considerandoche il servizio alla comunità si fa assai meglio con l'esperienza econ il buon governo che non con l'appartenenza ad un sistema losco ecorrotto. In quanto al leader ormai anche i bambini hanno imparatoche in una società dove i messaggi sono così fortemente veicolatida simboli e rappresentazioni ideali, il leader può e deve per forzadi cosa assolvere al compito di dare l'avvio ad un processo chesuccessivamente camminerà con le sue gambe.

Il punto è riuscire aseguire una rotta.

Insomma non ci sarebbe alcunacontroindicazione a proporre Gino Strada come alfiere degli scontentie potenziale capo di un governo di salvezza nazionale. La sconcezzadi un'era di venditori di pentole a cui è stato affidato il governodi un'intera nazione, giustificherebbe una soluzione del genere echiunque dovrebbe sentire il dovere morale di sacrificare se stessoper il bene comune.

C'è un solo un piccolo problema: noncredo proprio che Gino Strada accetterebbe.