Eccolo di nuovo protagonista, il nostro cyberbullo preferito nonché vicepresidente del Senato: Maurizio Gasparri. Il senatore ieri sera è tornato a ricoprire perfettamente il ruolo di sputasentenze, come già accaduto tempo fa rivolgendosi ad una fan del rapper italiano Fedez. Questa volta il suo cinguettio non risparmia nemmeno le due ragazze, Greta e Vanessa, appena tornate a casa da una prigionia di quasi 6 mesi, affermando: "Vanessa e Greta, sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo".

Il tweet non è di certo passato inosservato al popolo del web, che lo stesso senatore definisce "nullità ipocrite", e a chi, meravigliato, chiede spiegazioni in merito ad una affermazione così forte, perché anche volendosi nascondere dietro le regole dell'ortografia, quel punto di domanda ha il peso di un'accusa, lo stesso politico risponde dicendo: "Ho letto la notizia e mi sono limitato a chiedere se fosse vera.

Un sito riportava che lo avevano detto le due ragazze ai pm, non ho affermato nulla".

Andando sul suo profilo Twitter è facile per tutti notare come quella frase infelice sia stata prontamente eliminata, e come dell'episodio rimangano solo i commenti degli utenti. L'articolo, effettivamente pubblicato, a cui si riferisce il senatore, si è dimostrato essere fasullo, ma la domanda che prende un posto centrale fin dall'inizio di questa vicenda è come sia possibile che un soggetto che occupa un ruolo istituzionale così alto, possa anche solo ritenere valido un contenuto del genere e, senza verificare, porre "domande" a riguardo sui social network.

In un articolo riportato su Repubblica, l'intervistatore prova a smuovere la coscienza di Gasparri, ricordandogli che si tratta di due ragazze che sono state in mano a rapitori siriani per quasi sei mesi, ma il senatore risponde: "Io sono contrario al pagamento del riscatto. Anzi, scriva che se rapiscono me, non voglio che il governo paghi [...]".

Non si preoccupi senatore, faremo in modo che vengano rispettate le sue volontà.