Lunedì 12 gennaio 2015, in prima serata è andata in onda la prima puntata di Scherzi a Parte, lo show televisivo ritornato alla ribalda con una nuova e coinvolgente edizione. Da un lato c'è l'inconfondibile impronta satirica de Le Iene, dall'altra l'estrosità di uno dei principali anchorman presenti sullo schermo: Paolo Bonolis. Anche quest'anno Scherzi a Parte si è preso gioco di alcuni vip, ma non sempre è andata a finire come previsto. Nella puntata di lunedì a finire sotto la condotta perversa de Le Iene, è stato Paolo Brosio. Paolo Brosio come è noto a tutti, da quattro anni è rinato grazie alla religione e le malefiche Iene sono andate a colpirlo proprio nel profondo del suo cuore: la fede in Dio.

Paolo Brosio viene contattato telefonicamente da un finto giornalista americano Frank Matano, che gli chiede di poterlo intervistare perché è interessato a produrre un documentario sulla fede religiosa e su Medjugorje. Il giornalista accetta l'intervista e ospita la troupe nella sua casa in Versilia.

Paolo Brosio comincia a raccontare al giornalista la sua vita, fino al momento della conversione. Dopo un'ora Frank Matano riceve una telefonata sul suo cellulare dal collaboratore di Papa Francesco, padre Leonardo. I due non riescono a capirsi e il finto giornalista passa il telefono a Paolo Brosio, chiedendogli di fare da interprete. A un certo punto Brosio crede di parlare con Papa Francesco e la sua emozione è incontenibile.

Quando scopre che si è trattato di uno scherzo invita gli attori a lasciare la casa. Non abbiamo assistito ad un bel momento della tv.

La redazione di Charlie Hebdo per colpa di alcune vignette contro Maometto è finita sotto il mirino dei terroristi, ci sono stati dei morti. Questo avvenimento tragico dovrebbe farci riflettere, perché in questi giorni si continua a parlare di libertà di espressione, ma cosa significa libertà di espressione, permettersi di fare e dire tutto quello che si pensa senza nessun filtro?

Come ha ribadito l'immam inglese, quelle che noi consideriamo vignette in realtà per loro hanno rappresentato delle offese a Maometto. Il Papa è intervenuto sull'argomento e ha dato la spiegazione giusta: non si può uccidere in nome di Dio, ma le religioni non si insultano. Anche Paolo Brosio ha fatto il suo commento, se si è mostrato ai telespettatori vulnerabile e entusiasta come un bambino, non significa che deve essere raggirato.