Non fatelo sapere a Matteo Salvini, altrimenti si arrabbia per davvero. Non bastava la pesca delle cozze di almeno 2 centimetri e mezzo, righello alla mano in mare, non bastavano le demenziali norme sulla curvatura dei cetrioli, non bastava la pessima protezione delle imprese nazionali dalla concorrenza extraeuropea e dalla contraffazione dei nostri prodotti (le arance di Sicilia, il parmigiano reggiano, i vini toscani, solo per fare qualche esempio), adesso l'Unione Europea ha pensato bene di eliminare l'obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione del prodotto alimentare, con tanto di nazionalità e di indirizzo, che fu introdotto in Italia dalla Legge 109 del 1992 per tutelare il "Made in Italy".

È infatti entrato in vigore lo scorso 11 dicembre il regolamento numero 1169 del 2011 che penalizza, qualora ce ne fosse ulteriormente bisogno, l'economia italiana del food, permettendo che nei supermercati di tutta Europa possano essere comprati e venduti prodotti, senza sapere il Paese e lo stabilimento di produzione. Una mozzarella venduta in un supermercato italiano, ad esempio, potrebbe essere stata prodotta in Italia ma anche in qualunque altro Stato della Comunità europea, magari con materie prime incerte, tossiche, di dubbia provenienza e dal costo del lavoro ridicolo, rispetto a quello sostenuto dalle imprese italiane.

L'imitazione e la contraffazione del Made in Italy, conosciuta all'estero come "Italian sounding" (e l'abbiamo conosciuta più a fondo grazie alle immagini di Striscia la notizia che mostravano supermercati in Inghilterra che vendevano vino spacciato per Chianti, per Montepulciano, ma che erano ottenuti mischiando misteriose polveri) è la catastrofe per tantissime nostre imprese.

Il danno è calcolato in circa 60 miliardi di euro, come ha calcolato il sito Linkiesta.it, stima al ribasso rispetto ad un fenomeno in crescita. E il nostro Governo presieduto da Renzi cosa ha fatto per proteggere le imprese del nostro Paese e la buona cucina del Made in Italy? Assolutamente nulla, come i governi che lo hanno preceduto, quello di Enrico Letta, quello di Mario Monti e quello di Silvio Berlusconi.

Insomma il danno è su tutti i fronti: per i consumatori che non troveranno più nelle etichette dei prodotti la provenienza, per le imprese e per il marchio "Made in Italy": ma i cittadini italiani sono ancora contenti di questa Europa?