I giornali hanno già annunciato il distacco dal PD del giovane deputato Pippo Civati. Stando alle notizie, passerebbe al gruppo misto della camera dei deputati, per poi, come si dice in gergo, organizzare un nuovo soggetto politico. Si tratterebbe di una formazione politica a sinistra del Pd nello spazio attualmente occupato da SEL ed oltre. L'idea è quella di sensibilizzare anche quella parte di elettorato che, per vari motivi, tra cui la disoccupazione, gravita nell'area dell'astensionismo. Sono intercorsi contatti tra lo stesso Civati, Landini e Vendola. I senatori e deputati che hanno sempre seguito Pippo nelle sue battaglie politiche, non lo seguiranno nella partenza, forse perchè pensano che per cambiare l'indirizzo politico di Renzi occorra lottare dall'interno per avere successo. Andare via, è segno di debolezza ed equivale ad una sconfitta. Fortemente critico nei confronti, prima del governo Letta e poi, in misura maggiore, di quello Renzi, Civati si è sempre battuto all'interno del partito con un piccolo gruppo di parlamentari PD, con scarso successo. Certamente il PD non può sottovalutare il gesto di Civati, perchè, se da una parte Renzi si libera di un oppositore interno scomodo, il fatto denuncia un malessere esistente nel partito, da valutare con attenzione. Vi è un fermento che si sta allargando a macchia d'olio, gestito con la convinzione che si lotta dall'interno per rispondere alla domanda di lavoro e sviluppo.

Il gruppo di minoranza del PD ha al suo interno  figure di primo piano, tra cui Bersani, che sanno fare politica e che si battono per problemi sociali molto sentiti. Tenuto conto anche che la crisi in atto ha modificato ed inciso fortemente sulla politica.  Sembra assurdo, ma non si va più avanti con le sigle, perchè esse stanno scomparendo, ma si parla solo di problemi che ci sono e numerosi. Niente destra o sinistra. Insieme per risolvere i problemi: questo è il motto. Nessun governo, da solo, è in grado di fare riforme e/o provvedimenti importanti. Vedi riforma della Scuola: solo insieme sarà possibile. Le riforme sono necessarie e su questo siamo tutti d'accordo. Le stesse però devono essere combinate con le necessarie misure economiche di sviluppo per non perderne il significato. Mi spiego meglio: abbiamo urgente bisogno di eliminare gli sprechi di finanziamenti a pioggia a fondo perduto, ( vedi regioni), ed indirizzare gli stessi sullo sviluppo, sotto forma di prestiti agevolati da restituire a lunga scadenza a partire dal mese successivo all'erogazione, con garanzia dello stato per una parte, da destinare a chi produce veramente (vedi dichiarazione dei redditi). Draghi ha imboccato la strada giusta, ma non può fare tutto da solo. Ecco perchè dobbiamo lottare insieme.