L’automobilista ha sempre il dovere di rispettare le regole stradali, specialmente nei centri abitati,indipendentemente dalle condizioni della strada e del traffico. Il conducente che guida in modo prudente, ad una velocità costante, può infatti prevedere meglio tutte quelle potenziali situazioni che potrebbero compromettere l’incolumità e la sicurezza di altri utenti della strada. La Corte di Cassazione, a proposito di incidenti causati proprio da una non corretta circolazione stradale, ha statuito un importante principio di diritto. La sentenza della Suprema Corte, infatti, ha evidenziato che il conducente dell'auto che investe un pedone sulle strisce pedonali, anche quando quest'ultimo sia impegnato in attività di corsa, ha sempre torto.
Descrizione del caso del podista che ha attraversato la strada
Il caso da cui trae origine la decisione della Cassazione riguarda un automobilista che ha urtato con la sua auto una ragazza che faceva jogging, nell'atto di attraversare sulle strisce pedonali. La donna lo ha citato in giudizio, e dopo l'assoluzione del conducente della vettura da parte della Corte d'Appello, è stato presentato ricorso in Cassazione. I giudici della Suprema Corte hanno dato ragione alla ragazza, citando anche l’art.191 del Codice della Strada, che traccia un elenco dei doveri degli automobilisti, al fine di prevenire il rischio di investimenti.
Tale articolo prevede espressamente che il conducente deve sempre moderare la velocità dell’auto e fermarsi, all’occorrenza, quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali.
Gli ermellini hanno, di conseguenza, dichiarato che deve escludersi la colpa dell'automobilista, quando si verifica un incidente,solo in presenza di una duplice condizione.Per la 1^ condizione è necessario che il conducente si sia trovato, per motivi estranei al suo obbligo di diligenza, nella oggettiva impossibilità di avvistare il pedone.
In altre parole, non deve avere avuto il tempo di osservare tempestivamente i movimenti dell'individuo, specialmente se attuati in modo rapido ed inatteso. La 2^ condizione è quella che richiede la non sussistenza di alcuna infrazione alle norme della circolazione stradale. Solo in tali casi si può affermare la colpa esclusiva del pedone, ipotesi che, però, nel caso concreto non si è verificata(Corte di Cassazione, sentenza n.51191 del 30 dicembre 2015).
Presupposti per l’esclusione della responsabilità del conducente
Gli ermellini, infatti, hanno osservato che il capo d’accusa ha evidenziato la sussistenza di uno specifico profilo di colpa nei confronti dell’automobilista, il quale avrebbe violato il suddetto articolo 191 del Codice della Strada. Dal canto suo, l’uomo si è difeso dicendo di non avere visto la ragazza, perché stava guardando nella parte opposta. I giudici di Piazza Cavour hanno però rinviato di nuovo il giudizio ai giudici di 2° grado. Il rinvio è stato disposto proprio perché i giudici dell'Appello non avevano esaminato dettagliatamente la complessiva condotta dell’automobilista nei confronti della ragazza investita, che aveva smesso di correre al momento di attraversare la strada.
La parola spetta, quindi, di nuovo alla Corte d'Appello che deve chiarire la responsabilità penale dell’uomo e le dinamiche precise dell'incidente. Per info di diritto, premi il tasto segui accanto al mio nome.