Le famiglie iscriveranno i figli a Scuola dal 22 gennaio al 22 febbraio, informandosi con appositi strumenti web.

Molte scuole, soprattutto superiori, chiedono un pagamento volontario fra 100 e 150 euro, ma varie associazioni si oppongono e promuovono iniziative per non pagarlo.

A cosa serve il contributo

Il contributo serve per finanziare acquisti di laboratori, computer per studenti, rete informatica, registro elettronico, corsi extracurricolari, progetti vari per migliorare l'offerta formativa.

In una scuola con 1.000 studenti e un contributo volontario di 130 euro a testa, il bilancio dell'Istituto viene incrementato di 130.000 euro.

Dato che il finanziamento statale per il funzionamento ordinario solitamente si aggira intorno a 20-30.000 euro, senza il contributo non sarebbe possibile aggiungere nessuna attività a favore degli studenti o anche solo aggiornare i laboratori indispensabili per la didattica.

Le regole per il contributo

La normativa autorizza le scuole a chiedere il contributo a condizione che sia volontario e che venga rendicontato l'uso di questi fondi. Purtroppo, invece, alcune scuole non chiariscono sufficientemente che il contributo è volontario, guadagnandosi meritate critiche con effetti sulla valutazione esterna delle scuole.

Una parte del contributo è obbligatoria (15-20 euro) e serve per finanziare alcune spese di segreteria, ma non sempre le scuole chiariscono la differenza fra parte obbligatoria e parte volontaria.

Solitamente le scuole rendicontano su web l'uso fatto di questi soldi, ma in qualche caso la comunicazione è piuttosto generica e può generare equivoci e qualche conflitto.

Chi non vuole pagare il contributo

Fra le associazioni contrarie al contributo spicca per attivismo l'Unione degli Studenti che, sul proprio sito web, promuove il boicottaggio di questo pagamento.

Sul sito si parla di 'Dirigenti scolastici e professori autoritari che impongono il pagamento del contributo scolastico...' e di '...studenti minacciati dicendo che non gli sarà permesso di iscriversi alla classe successiva'. A parte qualche licenza grammaticale e i toni eccessivi, questi ragazzi esprimono una posizione sostenuta anche da varie famiglie, in forma individuale o organizzata.

Qualche confronto con altri contributi

Chi opera nella scuola solitamente sostiene il pagamento del contributo non solo perché indispensabile per qualsiasi attività didattica dignitosa, ma anche perché l'importo è molto ridotto.

Infatti le stesse famiglie che rifiutano di pagare 130 euro all'anno per sostenere le attività didattiche dei figli, pochi anni prima pagavano senza problemi anche più di 4.000 euro all'anno per mandare i figli all'asilo-nido comunale.

Alle scuole superiori il contributo volontario è circa un quarto del costo dei libri di testo ed è detraibile dalle tasse, facendosi rilasciare una dichiarazione dalla scuola. Anche questo è un elemento di scelta della scuola migliore.

Quanto costa uno studente

Le pubblicazioni OCSE ci informano sul costo annuale di uno studente di 34 Paesi. Leggiamo che in Italia uno studente della Primaria costa allo Stato mediamente 7.924 euro (media OCSE 8.247, media Europa21 8.372), alle Medie 8.905 euro (OCSE 9.627, EU21 10.040) e alle Superiori 8.684 euro (OCSE 9.876, EU21 10.011).

Deduciamo che un contributo di 130 euro rappresenti meno dell'1,5% del costo di uno studente, quindi è veramente eccessivo affermare che il contributo volontario trasforma la scuola pubblica in scuola privata!