Dev'essere stato l'ascolto di Gaber, quando cantava qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini,a fomentare Matteo Renzi.

A parte le battute, il presidente del Consiglio italiano annuncia che la battaglia contro i fannulloni della pubblica amministrazione è iniziata: licenziamento entro quarantotto ore per chi timbra il cartellino e poi si assenta dal lavoro. C'è di più, qualora il dirigente responsabile non si attivi con i provvedimenti, sarà sanzionato anch'egli. Fin qui, nulla da eccepire. O meglio, sono argomenti che non possono non suscitare indignazione comune e diventano questioni di facile presa popolare.

Obietta la CGIL che ognuno deve avere la possibilità di difesa. Quarantotto ore non sono sufficienti per preparare una linea che consenta al lavoratore di tutelarsi. Questa, è concessa a chiunque anche in caso di reati più gravi. E poi, con l'accelerazione voluta dal premier, si rischia di sbattere contro lo Statuto dei lavoratori.

Chi opera nel privato ben conosce la questione della fedeltà alla propria azienda. Atti di tradimento come divulgare informazioni, sono passibili, anzi, sono sanzionati, se provati. Dunque, in questo caso si tratta di parificare le cose.

Eppure, il primo interrogativo che risulta è quanto sia opportuno, anche in caso di una truffa dimostrata, aggirare regole e trame di difesa.

È inutile elencare episodi di cronaca italiana che si dilatano perché la giustizia ha i suoi tempi (spesso inaccettabili, diciamolo), ma che seguono un iter burocratico non irregolare. Sulla giustizia e sui processi, appunto, i tempi restano biblici e altrettanto infiniti restano i dibattiti.

L'impressione è che ci si trovi di fronte all'eterno conflitto filosofico tra la giustizia e la legge.

L'isteria della punibilità spesso diventa patologica e pericolosa per chi deve recarsi agli appuntamenti ed ha fretta di riempire la propria agenda di "cose fatte e missioni compiute" da mostrare alla platea.

Perdonate il qualunquismo (che in questi casi diventa l'accusa uniforme), ma un politico è o non è un dipendente pubblico?

O forse il problema è rappresentato esclusivamente dalla timbratura del cartellino? È questo il paese delle travi negli occhi. Gli esponenti del governo che in ripetute dichiarazioni danno dei ladri e dei fannulloni ai lavoratori pubblici, non possono che suscitare un momento di ilarità. I truffatori di varia specie vanno perseguiti senza alcuna pietà, ma soprattutto senza eccezioni. I fannulloni non hanno colore né categoria e sono nocivi quanto le sigarette.