Alejandro González Iñárritu mette la firma su un film che, anche dopo parecchi giorni dalla sua uscita, rimane tutt'ora sulla bocca di tutti. Sarà ricordato come un grande film oppure sarà una breve parentesi cinematografica ampliata dall'entusiasmo riguardo la possibile (o ormai certa) vittoria di Leo nella notte degli Oscar il 28 di Febbraio? Cerchiamo di trarne qualche riflessione.
Punto di vista del pubblico
La maggior parte del pubblico idolatra il film perchè amante di Leonardo Di Caprio, senza soffermarsi sull'effettivo valore dell'opera del regista messicano.
Tutti urlano e sbraitano sui social per decretare Leo vincitore nella notte degli Oscar. In passato ho parlato anche io sul mio profilo Facebook della sua prova attoriale e la definii una delle migliori, se non la migliore dell'attore americano sopra citato. Probabilmente mi sbagliavo, anzi, quasi certamente, ma ero trascinato dalla meraviglia che questo film mi aveva suscitato in sala. Un film così riflessivo e lento, circondato da panorami mozzafiato e luci infinitamente immense mi aveva lasciato dentro un sentimento di infinita piccolezza. Tutt'ora non mi spiego come alcune scene siano state girate, talmente sono fatte con maestria, ma questo non è il giusto luogo e tempo per parlarne. Nel complesso lo reputo un grande film, opera di un grande regista che fa della sua tecnica (per quanto mi riguarda) mai stucchevole e magniloquente la sua forza più grande.
Punto di vista della critica
La critica è letteralmente spaccata in due: chi lo ama e chi lo odia, nessuna via di mezzo. Le più grandi critiche che sono state fatte sono proprio nei confronti di Leonardo Di Caprio, muto per tutto il film e che "si limita a strisciare per tre ore, facendo facce buffe". Come sempre, nessuno riesce a ragionare per sfumature e si urla subito al capolavoro o alla "ciofeca".
Il più grande problema della critica, a parer mio, è quello di dimenticare sia il passato della storia del Cinema, sia il presente. Chi lo idolatra, definendolo capolavoro, si dimentica del significato vero e proprio di questa parola e di quali siano i veri capolavori del cinema che ne hanno dettato la grammatica fin dall'alba dei tempi.
Chi lo odia non tiene conto del presente, non capendo che registi così grandi, come Alejandro González Iñárritu, nel mondo "mainstream" di Hollywood non ne esistono. Nessuno, a parer mio, riesce a fare film così intensi, con così tanti milioni di dollari a disposizione (sempre a parer mio).
Traiamo le conclusioni
Quindi, dove vogliamo arrivare dopo questo sproloquio? Il mio intento è quello di sensibilizzare il pubblico (perché la critica è impossibile sensibilizzarla) sul giudizio riguardo un'opera d'Arte. Cercate di andare sempre più a fondo in quello che guardate, non soffermatevi mai alla superficie della questione, ma trovate il maggior numero di sfumature possibili. Soprattutto, non dite (o scrivete) presi dall'entusiasmo o dalla "smania" di voler dire la vostra.
Il nostro cervello ci è stato dato per un motivo ben preciso e sprecarne il suo potenziale è un vero e proprio crimine. Non chiudetevi ad altre riflessioni e cercate di "modificare" la vostra, anche in base a chi, di determinati argomenti, è probabile possa capirne qualcosa in più rispetto a voi.Buon cinema a tutti. Namasté.