Si, dovete guardarlo, altrimenti direi che siete dei pusillanimi. Come scrissi già su Facebook, non so veramente cosa dire su questo film. Che mi sia piaciuto era anche ovvio, visto che ogni volta che esce un film di Tarantino mi trasformo in un fanfag incredibile. Diciamo che un giudizio, però, può essere dato. Cerchiamo di analizzare passo dopo passo questo film, cercando di toccarne tutti quanti i punti salienti.

Recensione

Otto persone si trovano insieme in un "emporio" e lì cominciano i casini. Fine. Questa è la trama. Tarantino ha voluto ricreare un Western a tratti fumettistico, con dialoghi sopra le righe e un'atmosfera da "altro mondo", totalmente lontana dalla nostra.

Come in un fumetto, appunto. I riferimenti al "western classico", purtroppo, non sono riuscito a coglierli a pieno, (a parte per quanto riguarda il ruolo quasi fondamentale della donna) poiché non sono un grande amante del western "all'americana", ma prediligo lo "spaghetti". Devo solo capire perché tutti i protagonisti hanno i denti rovinati (come nei film di Leone e non solo), tranne Samuel L. Jackson. Se qualcuno lo intuisce o ha delle teorie me le dica.

L'accuratezza con cui il buon Quentin di città Laggiù sceglie le inquadrature è fenomenale. A parte i paesaggi innevati, presenti come contorno a tutta la vicenda, mi sono innamorato dei "fuochi e contro fuochi" che porta in atto all'interno dell'emporio.

Samuel L. Jackson è stato un mostro, così come la pazzoide Jennifer Jason Leigh. Da mettere da parte è la recitazione di Tim Roth, inglese stereotipatissimo e un po' troppo "sbarazzino" nell'interpretazione del suo personaggio. Grande sorpresa è stata Walton Goggins che riesce a tenere testa benissiamo sia al sopra citato Samuel L.

Jackson e alla garanzia per eccellenza, Kurt Russell.

La fotografia è piena di "chicche", come i riflessi blu delle lenti usate per girare questo film, che si riflettono sui vestiti dei personaggi, come fossero un "errore" di piazzamento delle luci. Il film è bianco e freddo all'esterno e caldo e confortevole negli interni. Nulla è messo a caso, ma tutti i colori sono stati scelti per comunicare qualcosa, a partire dai vestiti dei protagonisti (E le caramelle, nda).

La colonna sonora di Ennio Morricone fornisce a tutta la pellicola un senso di "retrò", rispetto a quello che vediamo. Una colonna sonora quasi anacronistica per come è realizzato il film. Forte, coinvolgente e maestosa. Poi vabbè, Tarantino mi piazza una canzone degli White Stripes (la mia band preferita, nda n.2) in mezzo al film e io piango. Giuro, ero a un passo dalla lacrimuccia.

I difetti più grandi e visibili che ci sono risultano essere quelli legati alla sceneggiatura. Anche se, sinceramente, penso siano legati anche alla modalità di film che voleva fare il buon Quentin, poiché si è ispirato sia al genere western televisivo (Bonanza, Raw Hide nda n.3), sia ai gialli alla Agatha Christie (Assassinio sull'Orient Express, Dieci Piccoli Indiani nda n.3).

Questi prodotti erano prettamente televisivi e puntavano tutto sull' "effetto sorpresa", in modo da mantenere il telespettatore davanti allo schermo, utilizzando espedianti come colpi di scena o risvolti imprevisti di trama.

Le tre ore di film non si fanno sentire minimamente e volano in pochissimo tempo. Il film parte come un "diesel", inizia un po' a rilento, per poi letteralmente esplodere. Autocitazioni di Quentin a rotta di collo e gli amanti del suo Cinema diranno "AHA! quello è di quel film!". Per chiudere, questo film è da vedere, anche se con qualche suo piccolo difetto. Anche perché, come ho scritto in precedenza: se non ti piace (anche un minimo) questo film, non amateil cinema. Amen.