60 voti di fiducia del Governo Renzi su altrettanti decreti legge: un traguardo che merita ben un encomio. Sessanta voti di fiducia in soli due anni è un record assoluto: nemmeno il miglior Silvio Berlusconi dei bei tempi andati, quello contestato per aver delegittimato il Parlamento utilizzandoli, riuscì a fare meglio fermandosi, suo malgrado, "a soli" 47 in tre anni di Presidenza del Consiglio. A livello di percentualiil record è ancora del Governo Monti, 51 fiducie in poco più di un anno, ma a 60 nemmeno Monti arrivò. Ma l'Italia è ancora una Repubblica Parlamentare, o no?
Voto di fiducia, quando è previsto dalla Costituzione
L'articolo 77 della Costituzione recita: "Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni."
Del resto, la Costituzione attribuisce al Governo il ruolodi esecutivo, cioè l'Istituzione che si adopera perché il legislatore (le due Camere) veda attuato quanto legiferato. E obbliga il Governo a porre il voto di fiducia solo in caso di necessità e urgenza.
Qualera l'urgenza nel decreto legge sull'omicidio stradale da non poter discutere tre emendamenti? L'altro dato sconcertante, come si evince da Openpolis.it, è che complessivamente l'80,43% delle leggi approvate sotto il Governo Renzi sono di iniziativa governativa. Come dire che se leggi non sono imposte dal Governo Renzi attraverso i decreti legge e conseguente voto di fiducia, sono comunque avviate dal Governo lasciando al Parlamento, tutt'al più, il privilegio di approvarle.
Ormai da oltre un decennio il ricorso al voto di fiducia, col Governo che mette nelle mani dei parlamentari il suo futuro, è diventata una triste prassi, in barba alla Costituzione e con la benedizione dei Presidenti della Repubblica. Lo scopo del Governo, far passare il messaggio ai parlamentari della propria maggioranza che se non ottieneil decreto di legge imposto, si va tutti a casa e addio prebende.
Poco importa se, come nel caso del ddl Cirinnà, si sacrificano una parte dei diritti promessi agli elettori. E non importa se chi si sta servendo dei voti di fiducia a piene mani sia un Presidente del Consiglio che sosteneva, prima di avere il potere di utilizzarli a proprio vantaggio, che tale mancanza di rispetto verso il Parlamento non fosse nel suo stile.