Inesistenti contratti telefonici intestati ad ignari utenti con il solo scopo di rubare Smartphone, soprattutto iPhone. L'ultima frontiera della truffa e del furto di identità sfrutta il nome delle compagnie telefoniche, ovviamente ignare di tutto. I truffatori infatti dopo essere riusciti in modo misterioso ad intercettare alcuni dati personali della vittima (fotocopia documenti, codice Iban, indirizzo, partita iva) si recano presso un'agenzia e riescono per la mancanza di controlli incrociati ad attivare nuovi abbonamenti che prevedono la spedizione a domicilio di costosi smartphone.

Spesso nell'indirizzo di spedizione viene indicata una via diversa dello stesso luogo di residenza della vittima. Probabilmente un modo per indurre il corriere a consegnare il pacco non al destinatario ma ad uno dei complici della truffa.

La testimonianza

Come capitato a questo utente che ci ha chiesto di mantenere l'anonimato: «Suona il corriere e mi viene consegnato un pacco. Non aspettavo niente di particolare ma non capendo di cosa si tratta lo ritiro, senza apporre alcuna firma. Con mia enorme sorpresa quando metto la mano all'interno trovo due iPhone 6s 64gb. Ovviamente mai richiesti. C'è poi una bolla di accompagnamentouna nota compagnia telefonicaintestata a me come ditta: che strano, io ho un contratto da privato non come professionista.

Passata l'iniziale euforia di aver ricevuto per errore due iPhone, decido di vederci chiaro. Così contatto il servizio clienti della compagnia. Vengo così a scoprire che una imprecisata agenzia mi aveva attivato due sim associate agli smartphone.Come è possibile che sia potuto accadere senza il mio consenso? L'operatrice mi suggerisce di fare una denuncia alle forze dell'ordine per il disconoscimento di tali sim.

La mia iniziale ipotesi che si fosse trattato di una pratica commerciale scorretta svanisce quando all'indomani il postino mi consegna una raccomandata. Una banale busta bianca scritta a mano proveniente dalla provincia di Firenze. Il nome del mittente non mi dice niente. All'interno ci sono due sim telefoniche che provenivano da uno sconosciuto».

Firma falsa

L'utente si fa mandare dall'agenzia la copia scansionata del contratto firmato a suo nome: la firma falsa è palese. Da un controllo bancario scopre che anche un'altra compagnia telefonica aveva già chiesto l'addebito diretto in conto delle rate. Deduce quindi che fosse stato attivato a sua insaputa un altro contratto anche con questa seconda compagnia, solo che questa volta non erano arrivate né le sim né l'iPhone associato. «Passa un altro giorno - racconta ancora la vittima - ed a casa mia si presenta di nuovo il corriere. Non sono in casa ed apre la mia compagna. Sostiene che io avessi prenotato un reso degli iPhone. (nome della compagnia telefonica) non aveva comunicato niente in tal senso.

Il corriere insiste: qualcuno a mio nome aveva chiamato dando appuntamento in una via diversa rispetto al mio indirizzo. Solo che il corriere, lo stesso che qualche giorno prima mi aveva consegnato i telefoni, si era ricordato del giusto indirizzo e si era presentato a casa mia. Non avendo avuto istruzioni dalla nota compagnia telefonica sul reso il corriere viene fatto andare via a mani vuote. Circa due ore più tardi ricevo una chiamata con numero anonimo. Un uomo si spaccia come Marco dell'ufficio frodi di (nome della compagnia telefonica). Prima mi fa parlare chiedendomi di raccontare l'accaduto. Poi viene al dunque: la merce deve rientrare, sono 48 ore che cercano di recuperarla per cui all'indomani avrebbero rimandato il corriere.

Alle mie titubanze chiede un indirizzo email (che se fosse veramente della nota compagnia telefonica avrebbero dovuto già avere): "Per farla stare più tranquillo domani le manderemo una mail dall'agenzia a conferma del reso". Decido di riattaccare. Oltre alla denuncia alle forze dell'ordine ed alla speranza che la compagnia telefonica non mi addebiti niente, è davvero spiacevole che i miei dati girino con questa facilità e che le agenzie delle compagnie telefoniche attivino contratti con questa leggerezza senza verificare il documento originale».