'E' l'ora di ripartire"; "è arrivato il momento del riscatto per l'Italia'; 'È finito il tempo de...'. Quante volte abbiamo sentito queste espressioni? Quante volte abbiamo letto questi tweet? Si parla sempre facendo riferimento al tempo, come se due anni di governo fossero cancellati e resettati ogni giorno e si ricominciasse sempre dall'inizio. Sembra la trama di 'Vivi, muori, ripeti' con protagonista Tom Cruise ma in questo caso è il nostro presidente del consiglio Matteo Renzi il principale attore. Nel vero senso della parola. Sono le frasi del re dei rassicuratori seriali di cui sono pieni i social e le interviste quotidiane.
L'immagine del premier
Chiunque può appurare da wikipedia che il premier sia laureato in giurisprudenza, addirittura con la votazione di 109/110, eppure il presidente adotta sistematicamente gli stessi banali termini per i suoi proclami. È un'immagine pubblica costruita che sprizza ottimismo e fiducia da tutti i pori servendosi dell'utilizzo spasmodico di slogan che si equivalgono tra loro. Ciò che non è chiaro è l'intento ultimo di questi messaggi puerili. Ogni italiano senziente conosce a fondo la propria situazione dato che la vive in prima persona e forse l'immagine di Renzi serve a catturare l'attenzione estera. Soltanto quella. Magari per catturare l'interesse di investitori stranieri. L'italiano ricco, ad esempio, sa di esserlo e non ha bisogno della propaganda di Renzi.
Se è il caso di un imprenditore, egli si documenta sui vari indici finanziari favorevoli o no, di dominio pubblico. Lo stesso dicasi per l'operaio con moglie e figli a carico. L'operaio sa perfettamente se riuscirà o meno ad arrivare a fine mese e non serve che il capo dei ministri gli parli di ripresa imminente o di grandi provvedimenti attuati.
Vive tutto sulla sua pelle e lo tocca con mano. In questi casi l'estratto conto è sovrano, non le belle parole.
Un discorso a parte merita il disoccupato . Colui che ha perso il lavoro se accende la televisione e guarda i titoli del telegiornale di turno con le parole del premier, fatica a non gettare l'apparecchio dalla finestra, in preda a rabbia, frustrazione e senso di impotenza per non essere mai preso in considerazione.
Vi è un isolamento allarmante dal mondo reale da parte di Renzi. I ceti più poveri sono totalmente dimenticati. Semplicemente non esistono. Mai una parola su quel mondo numeroso e infelice, eppure ugualmente elettore al pari degli altri. Prendiamo ad esempio un caso umano tipico di un qualsiasi talk show di cronaca. Vita quotidiana, reale, dolorosa. L'uomo in questione è senza lavoro. Ha 10 euro in tasca. Convive con una donna anch'ella senza impiego, se non saltuario. La donna effettua delle pulizie a chiamata e porta a casa ciò che può, dalle 40 alle 50 euro a settimana. L'uomo è un semplice diplomato con esperienze passate da commesso, portiere e addetto alle pulizie. Egli invia curricula a tutto spiano e partecipa a qualche insperato colloquio di lavoro che riesce a prenotare ma nulla si muove per lui.
Ha una connessione internet che ha sempre pagato quando aveva un impiego ma ora, da insolvente, gli verrà tolta. Non può pagare luce, gas, affitto, acqua e tassa sulla spazzatura. Egli però ha un hobby: scrivere. Scrisse anche un racconto anni fa ma le case editrici a cui lo aveva inviato gli chiedevano dei soldi per pubblicare e dovette rinunciare. Si avvia ora a compiere 36 anni e non vede futuro. Per lui sarà un successo arrivare a stasera. Puntualmente si siederà a tavola, mangiando ciò che si sarà riusciti a rimediare. Un'altra giornata sarà passata e verrà l'ora del tg. Scorreranno i titoli. Ci sarà il solito servizio su Renzi che decanta i successi dell'Expo o di quelli della polizia che avrà catturato il latitante di turno. Sbandiererà l'importanza del referendum costituzionale alle porte. Dirà che va tutto bene. Nel suo mondo si, caro presidente. Solo nel suo mondo.