In questi giorni a Siena, ridente cittadina toscana, conosciuta in tutto il mondo per il suo patrimonio artistico e culturale, si sta vivendo l'atmosfera frenetica del Palio di Siena, che si svolge ogni anno il due luglio e il sedici agosto.

La competizione più famosa d'Italia, se da una parte non ha mai smesso di suscitare la curiosità e l'apprezzamento dei cittadini, pronti a tifare per il fantino ed il cavallo della propria contrada, dall'altra c'è chi la critica duramente a causa dell'inutile violenza subita dai cavalli coinvolti nella competizione.

Tra i maggiori contestatori del Palio di Siena, l’associazione animalista LAV da anni si batte per l’abolizione dei palii e per offrire delle condizioni di vita più dignitose ai poveri animali coinvolti.

Dal 1970 morti circa cinquanta cavalli

Stando a quanto dichiarato dalla LAV, negli ultimi dieci anni, durante il Palio di Siena, sono morti quarantanove cavalli, senza considerare quelli che rimasti feriti durante le competizioni, vengono abbattuti successivamente, lontano da occhi indiscreti. Inoltre, c’è da considerare che i cavalli oltre ad essere sottoposti ad allenamenti intensivi, agli stessi vengono spesso iniettate sostanze per aumentare le loro prestazioni e pertanto a causa di tutto ciò, le aspettative di vita dei cavalli da gara si riducono drasticamente.

Cavalli usati come macchine da corsa e poi macellati

Durante il Palio senese, piazza del Campo si trasforma in una pista da corsa, e solo nel 2011 a causa delle pressioni delle associazioni che si battono per la difesa degli animali, il comune ha deciso di ricoprire il tracciato con un apposito materiale antiscivolo, anche se questo accorgimento, pur sempre meglio di niente, non impedisce ai cavalli di scivolare con conseguenze spesso drammatiche.

Nel palio inoltre vengono utilizzati equini veloci e con una struttura leggera, caratteristiche che li rendono più facilmente esposti a rischi di incidenti.

Il folklore, la tradizione ed i suoi limiti

Il Palio di Siena ha delle profonde radici storiche, le cui origini risalgono al 1200 e da allora non ha mai smesso di infiammare gli animi dei cittadini.

Folklore, storia e passione, che continuano sin da allora ad alimentare questa competizione: tuttavia è lecito domandarsi se dobbiamo ancora accettare delle tradizioni che ormai sono troppo distanti dal nostro modo di vivere e dai nostri valori.

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