Il 12 giugno si è consumata l'atroce strage al Pulse club di Orlando, pochi giorni fa l'attentato all'aeroporto Ataturk di Istanbul, e ieri sera l'assalto terrorista al ristorante Holey Artisan di Dacca, capitale del Bangladesh. Gli attentatori non sembrano avere una rotta predefinita né un piano preordinato, se non quello di uccidere quanti più "infedeli" possibile. I sopravvissuti all'assalto di Dacca hanno raccontato di aver assistito a terribili scene di massacro di tutti coloro che non fossero in grado di recitare a memoria versi del Corano, il libro sacro dei musulmani.

La sequenza di attacchi così geograficamente lontani tra loro, ma ad una distanza temporale piuttosto breve, lasciano sempre più spazio all'ipotesi avanzata da coloro i quali ritengono che queste cellule terroristichesiano distaccate dalla "grande" organizzazione dello Stato Islamico, il quale però si riserverebbe la possibilità di rivendicare gli attentati solo dopo che questi hanno avuto luogo, e in funzione di quanto possono tornare utili ai suoi scopi.

Attentato a Dacca: almeno 10 le vittime italiane

Per tutta la notte si è sperato che il numero delle vittime non aumentasse, che la polizia bengalese riuscisse a liberare tutti gli ostaggi e che gli italiani sul posto fossero riusciti a mettersi in salvo.

Non è stato così, purtroppo:20 ostaggi sono morti, torturati e trucidati a colpi di "lame affilate", probabilmente di machete, e gli italiani che hanno perso la vita sarebbero almeno 10.

Le notizie non sono state ancora tutte verificate e ancheMatteo Renzi, nel messaggio diffuso questa mattina, ha preferito rilasciare le sue dichiarazioni con le dovute cautele: "Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi, sperando in esiti diversi.

Ora un velivolo della Presidenza è in volo verso Dacca. Notizie ufficiali verranno date prima alle famiglie delle vittime". Secondo il Premiernon bisogna "arretrare davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana".

Il punto è che non si conosce la fonte del pericolo fino al momento in cui questa "esplode" letteralmente, dando libero sfogo alla rabbia accumulata contro chi non segue la legge di Allah.

Le due facce di un mondo violento

Il terrorismo estremista di matrice islamica nasce prevalentemente come reazione alle azioni militari ed economiche del mondo occidentale, e più si è cercato di sconfiggerlo con l'intervento armato, più si è vista aumentare la sua violenza. L'intero Occidente ha creduto - o si è illuso - che la morte di Osama Bin Laden avesse condotto alla fine di al-Qaeda e del terrorismo islamico. Niente di più sbagliato. Lo Stato Islamico ne è la dimostrazione più palese.

Alcuni opinionisti affermano che l'intensità e la frequenza di questi attacchi terroristici da parte dell'Is siano il segnale della sua paura di essere sconfitto, un sintomo di debolezza. Ammesso che sia vero, cosa garantisce che una volta abbattuto l'Isis, il terrorismo islamiconon riaffiorerà ancora più forte sotto altre sembianze, con un altro nome e sempre più sostenitori?

In fondo, mentre media e classe dirigente occidentali vogliono convincere tutti che l'unico e solo nemico comune da abbattere è legato all'Isis, i terroristi in realtà non hanno un obiettivo univoco, se non il mondo occidentale in generale. Colpiscono tutti i posti "contaminati" dalla presenza degli infedeli.

Ciò su cui bisognerebbe riflettere a fondo è il motivo per cui questo sedicente Stato Islamico, come viene definito, sia in realtà sempre più "seducente"anche tra gli stessi occidentali. Forse l'Occidente dovrebbe iniziare col fare ammenda delle proprie colpe e responsabilità, anche passate, e tentare nuove strategie, perché ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che un gruppo estremista assetato di sangue e di vendetta non lo si riesce a fermare con la violenzache, stando ai fatti accaduti in questi anni, diventa solo un'aggravante della numerosa serie di attentati e guerre che stanno infiammando il nostro pianeta.