Portogallo-Galles e Germania-Francia sono semifinali equamente importanti se osservate in ottica Pallone d’Oro. Questi duelli fra Nazioni determineranno l’assegnazione invernale del trofeo più prestigioso per un calciatore, quanto meno sul piano individuale. Le ultime 8 cerimonie hanno nutrito le bacheche personali di Lionel Messi (5) e Cristiano Ronaldo (3) ma quest’anno è lecito attendere un’interruzione del trend. La sorpresa è dietro l’angolo. È palese l’incapacità di essere determinanti, o meglio, la fragilità mentale di due stelle che si eclissano quando vestono le maglie dell’Argentina e del Portogallo.

Nel drammatico epilogo della recente Copa America Centenario, Messi ha tirato il primo rigore contro il Cile ed ha fallito miseramente. Un errore tanto grave da mettere in dubbio la sua coscienza e instillargli un’idea: l’albiceleste avrebbe vinto senza di lui. Non solo la competizione continentale, ma anche i Mondiali disputati in Brasile. Tanto vale – avrà pensato – sfilarsi la maglia che fu di Diego Armando Maradona e disertare Russia 2018.

Ancora meno senso avrebbepremiare Ronaldo col quarto aureo sigillo. CR7 sembra l’ombra di se stesso, autore di lisci abbacinanti e prestazioni opache. Il giustiziere di Champions League ha graziato l’incredula Austria sbagliando un penalty al Parco dei Principi.

È stato il primo a commettere un errore dagli 11 metri nel corso di questi Europei. E il vero Cristiano? Si è visto solo contro l’Ungheria: due reti, di cui una – splendida! – di tacco. È ancora in tempo per svegliarsi dal torpore, ma non sarà semplice spezzare un sortilegio che dura dalla fatidica finale continentale di 12 anni fa (Portogallo-Grecia 0-1).

Ecco perché PortoGalles e GerFrancia sono le parole-chiave di un’Europa post Brexit che sente un forte bisogno di nuove bandiere e, pertanto, di nuovi volti. Gareth Bale, Manuel Neuer e Antoine Griezmann sono gli unici papabili. Il gallese, che compirà 27 anni il prossimo 16 luglio, è giunto all’apice della sua carriera. È stato determinante in Champions.

Ha fatto un figurone in Liga: 23 presenze e 19 gol. Contro ogni pronostico, sta trascinando i Dragoni rossi verso traguardi purpurei. Dovesse estromettere il compagno lusitano dalla kermesse d’Oltralpe, ipotecherebbe una mole non indifferente di voti. Neuer (30 anni) e Griezmann (25) sono chiamati ad incrociare i guantoni in quella che, secondo molti, è la finale anticipata di Euro 2016. Ne rimarrà uno solo, ovviamente, e ciò basterà a sciogliere certi scetticismi. Il tedesco ha la colpa, se così si può dire, di essere un portiere. Tuttavia, ha diverse frecce al suo arco: è Campione del Mondo in carica; dal 12 giugno (Germania-Ucraina 2-0) al 2 luglio non ha subito marcature; ha ipnotizzato gli azzurri nel momento di maggiore pressione.

Inoltre, è già salito sul podio del Pallone d’Oro, nel 2014. Clamoroso, ma non impossibile, l’insediamento del diavoletto Griezmann sul trono più alto. Il francese di origini alsaziane ha sovvertito le critiche di chi lo riteneva deficitario di personalità. È, ad ora, capocannoniere degli Europei, con 4 reti all’attivo. È reduce da una stagione meravigliosa con la divisa dell’Atletico Madrid che, fino alle ultime battute, ha concorso su ogni fronte. A suo discapito c’è la tradizione. Dal 2009 abbiamo assistito allo strapotere di Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. Nessun altro club ha piazzato un proprio tesserato nell’Olimpo calcistico, neanche al terzo posto.