Spesso in rete, sui siti di informazione o sui molteplici social network, si vedono foto o filmati dei cosiddetti ‘onorevoli’ deputati e senatori intenti a schiacciare un pisolino allungati sulle loro tanto care poltrone, parlare infinitamente al telefono oppure assorti completamente nello schermo del loro tablet, pagato dai cittadini, a giocare a calcio o fruit ninja (quando va bene!). Altrimenti abbiamo potuto assistere a scene di ‘onorevoli’ che guardavano siti di escort o filmati hot, ma questo è un altro discorso.

Tutto questo, dal 10 ottobre prossimo, non ci sarà dato più sapere poiché nei giorni scorsi è arrivata una comunicazione a dir poco scandalosa che riguarda principalmente i giornalisti.

Da quanto emerge sembra che i fotografi e cineoperatori, che ricordiamo sono lì per dovere di cronaca, potranno accedere alla tribuna loro riservata sono dopo aver firmato e accettato il nuovo codice di autoregolamentazione.

Tutti i giornalisti che si accrediteranno per assistere ai lavori della Camera o del Senato verranno obbligati a firmare questo nuovo regolamento, pena l’esclusione dai palazzi del potere. Il che vuol dire solamente che coloro i quali firmeranno non potranno poi svolgere il loro lavoro in quanto sarà vietato scattare foto o fare video durante i periodi di sospensione delle sedute parlamentari, ma anche durante queste ultime.

E’ vietato tutto

Non si riprenderanno più i fuggi fuggi generali verso le porte e le buvette, le calche, le azzuffate, le strette di mano tra Renzi e Verdini, la fila per baciare il Ministro Boschi, questi sono ‘fatti privati’.

Vietato diffondere “fotografie e riprese visive atte a rilevare comunicazioni telefoniche”. Vietata la pubblicazione di immagini di deputati che sonnecchiano o che riposano le tempie. Anche se queste cose accadono durante i lavori parlamentari. Vietato fotografare parlamentari che in Aula giocano. Divieto di utilizzo di tecniche per la elaborazione di riprese “che comportino un danno alla dignità dei deputati e membri del governo presenti in Aula e al diritto alla riservatezza”.

E se non è un bavaglio da dittatura questo, non ci sono altri termini per definirlo! I cittadini hanno oppure no il diritto di sapere se un parlamentare, che prende migliaia di euro di stipendio con i soldi delle loro tasse, si impegna nel proprio lavoro o gioca sul tablet?.