“Donne e uomini liberi votano no”. Questo è stato lo slogan ufficiale della tre giorni di Pontida appena conclusa, trentesimo raduno di sostenitori e simpatizzanti della Lega Nord, dal 1996 ad oggi. Il comune bergamasco è sempre stato scelto come teatro degli incontriin virtù di una tradizione che lo vorrebbe comeluogo del noto Giuramento di Pontida, l'evento che portò alla nascita della Lega Lombarda contro Federico I Barbarossa nel lontano 7 aprile 1167.
Gli slogan
Non l’unico slogan visibile durante la manifestazione che si è svoltadal 16 al 18 settembre, quello citato: in primo piano, a dominare il verde prato di fronte al palco, uno striscione più sanguigno recitante un “Italia m***a – Secessione” che assume quasi un significato nostalgicorispetto ai cambiamenti verificatisi all’interno del partitocon il passaggio del testimone dal vate Umberto Bossi (dal 19 settembre, 75enne) al più moderno Matteo Salvini, non più tanto teso alla suddivisione tra Nord e Sud Italia, come dimostrano, d'altra parte, le bancarelle di Sicilia, Puglia e Calabria presenti al raduno.
Uno slogan, il primo, che di “no” da distribuire e già distribuiti ne comprende parecchi: da quello al referendum costituzionale per «sfrattare Renzi» a quello alla moneta unica; da quello alle politiche sull’immigrazione attuate dal Governo a quello al riconoscimento di Ciampi come modello istituzionale (tacciato, al contrario, di essere un «traditore»); da quello all’unità politica della realtà europea fino alle più recenti aperture di Papa Francesco verso i fedeli musulmani.
Il Papa
Proprio in relazione a questo “no” particolare ecco allora un’interessante spigolatura che ben si inserisce nello spirito di rinnovamento di una Lega in costante evoluzione, sempre più vicina alle nuove generazioni.
Indossabile in quelle occasioni informali in cui si vuole lanciare un messaggio politico-culturale con tutta la sottile efficacia di un umorismo à la page, la maglietta con il “meme” di Papa Bergoglio che si porta preoccupato le mani al viso, coordinata alla dicitura “il mio Papa è Benedetto”. Esso può essere un pratico strumento di professione ideologica tessuto in cotone, facile al lavaggio e disponibile in più taglie.
Una comodità che spesso le parole non riescono ad eguagliare, come suggerisce una risposta un po’ schiva alla domanda rivolta proprio a Salvini da Gad Lerner riguardo all’affermazione riportata sull’indumento, frutto dell’ingegno creativo del gruppo di ragazzi “Giovani Padani”: «Non mi intendo di Papi, ma sono fermo a qualche tempo fa, a Papa Benedetto – ha commentato il leader del Carroccio, salvo poi chiarire il suo punto di lì a poco – Benedetto sull’Islam aveva chiarezza di idee.
Chi fa entrare imam in chiesa non mi piace».
Una Lega rinnovata
Una Lega Nord, questa di “Donne e uomini liberi che votano no”, che si presenta mutata rispetto al passato sotto almeno due aspetti caratteristici: non più territorialità marcata ma vocazione nazionale, allargata ad un Sud Italia che, ponendo a tempo indeterminato a lato la questione secessione, potrebbe integrarsi in un progetto coeso anti-burocrazia europea, anti-finanza globale, anti-immigrazione africana e anti-scambi interreligiosi, sulla scia del Front National lepenista; non più quella sorta di garantito rispetto genetico verso il massimo rappresentante di una tradizione religiosa e culturale capillarmente diffusa in regioni quali quelle di Veneto e Lombardia (al massimo, accompagnata a qualche ludico rituale paganeggiante come la raccolta dell’acqua alla sorgente del Po), ma disponibilità all’aperta e ridanciana presa di distanze dalla prospettiva del Pontefice.Panta rei, “tutto scorre”, è l’espressione attribuita al filosofo greco Eraclito a sintetizzare la condizione di continuo divenire e cambiamento in cui si realizza l’universo. A ciascuno il giudizio se questa creatura in mutamento adottata da Salvini, stia operando la sua evoluzione, determinando un nuovo corso o seguendo la corrente.