Dopo Palermo, scoppia un altro scandalo in casa M5S. Nel mirino degli inquirenti finiscono le firme raccolte dagli attivisti pentastellati per le elezioni regionali dell'Emilia Romagna del 2014.

Firme irregolari a Roma

Tutto inizia con un esposto di due degli ex attivisti del M5S in Emilia Romagna, nel quale Stefano Adani e Paolo Pasquino denunciano la violazione delle leggi vigenti che regolano la raccolta firme da presentare alle elezioni. In particolare, denunciano la mancanza di un ufficiale che avrebbe dovuto vigilare sulla effettiva regolarità della raccolta firme.

L'esposto riporta una prima violazione della procedura durante l'evento "Italia a 5 stelle" tenutosi a Roma al Circo Massimo, evento in cui sono state raccolte firme per le regionali dell'Emilia Romagna, tenutesi nel 2014. Le firme risulterebbero quindi palesemente irregolari, in quanto raccolte al di fuori del territorio di competenza e cui la raccolta firme fa riferimento.

Accuse sulle raccolte firme in Emilia

Altri tre casi hanno portato all'apertura delle indagini e fanno riferimento alla mancata presenza del pubblico ufficiale che avrebbe quindi dovuto vigilare sulla formale correttezza della raccolta firme. Dei tre episodi citati nell'esposto di Pasquino ed Adani, due sono avvenuti a Bologna, nel circolo Mazzini, mentre il terzo è stato segnalato durante una raccolta firme a Vergato.

Gli inquirenti hanno quindi acquisito le documentazioni necessarie ed hanno iniziato l'attività investigativa, che ha portato, nel corso di questi due anni, agli interrogatori di più di due mila persone, le cui firme erano riportate sui fogli presentati per le regionali del 2014.

Per Bugani è un 'attacco politico'

I pentastellati ricordano sempre più i politici vecchio stampo, quelli che gridavano all'attacco politico qualora fossero sottoposti ad indagine.

Sulla scia di questi, puntuale il capogruppo M5S a Bologna, Bugani, vicino all'erede Davide Casaleggio che denuncia: "è in corso un attacco politico, sappiamo che l'indagine è stata voluta dagli amici di Defranceschi". Tale Defranceschi viene accusato da Bugani di aver sollevato queste accuse perchè lo stesso Defranceschi venne escluso dalle liste.

I Carabinieri, Bugani si metta l'animo in pace, stanno per trasmettere gli atti alla Procura di Bologna, motivo per cui il "polverone" non è poi tale. Qualcosa sotto c'è.

Disonestà recidivante del M5S: come Palermo

Un caso analogo di firme false si è registrato a Palermo, con lo scalpore di molti dei militanti e con la furia di Beppe Grillo. #Di Maio venne informato anche lì con una mail, ma evidentemente non l'ha letta. Abbastanza clamoroso lo stupore con cui i vertici del Movimento accolgono la notizia di queste indagini. Sembrano cadere dal pero, ma i militanti, invece, sembrano vivere in una realtà parallela, in cui le informazioni e le mancanze legali del Movimento vengono vissute quotidianamente nei piccoli centri, ma anche nella vita politica più territoriale, che non sia parlamentare insomma.

Il direttorio dovrebbe quindi prendere seri provvedimenti. Dubitiamo che ciò avvenga, dati i precedenti. Su queste mancanze il Movimento rischia di crollare, l'indifferenza per eventi locali, lasciano pensare ad un'indolenza ancora più consistente a livello nazionale. Si mostra così l'inconsistenza di un movimento che dal basso sta perdendo consensi e che deve domare numerosi focolai di rivolta dei pochi militanti onesti rimasti tra le sue fila e che si battono per l'osservanza di regole che dovrebbe essere il minimo, nel M5S.