Prima di sostenere una battaglia, un paio di domande, bisognerebbe farsele, sempre. I genitori, che affidano i propri figli, ad una struttura educativa, vorrebbero avere la certezza che, i loro piccoli stiano bene, anche in loro assenza. Telecamere, l'aspetto positivo è chiaro a chiunque, ma, andando oltre, proviamo a valutare la spinosa questione, da altri punti di vista.

Disgusto, rabbia ed incredulità, di fronte ai duemila video che girano in rete, ma anche su chi, dall'alto dei loro salotti e dal basso dei loro giornali, si sono arricchiti su quelle immagini, regalando particolari così agghiaccianti, da rasentare la perversione ed il sadismo.

Ma se le telecamere non fossero la soluzione?

Telecamere negli asili, negli ospizi, ma, allora, anche negli oratori e tra le pareti domestiche, dove avvengono la maggior parte degli abusi, soprattutto su donne e bambini. Forse è proprio verso questo, che tutto ci vuole indirizzare. Un mondo Grandefratelloso, dove tutto è controllato e facilmente gestibile. Quanto può essere affidabile un'educatrice che necessiti di essere monitorata, per compiere bene il proprio lavoro e controllare i propri istinti?

Istinti di rabbia, scatti d'ira e frustrazione violenta, una persona che lavora nel sociale non dovrebbe averli mai.

Se il buonsenso comune ritiene necessario adoperare delle telecamere per tutelare le creature di priorità assoluta, che si mettano pure, ma non vorrei che si finisse con il dare il via ad una folle caccia alle streghe, durante la quale ogni singolo gesto o azione educativa, potrebbe essere interpretato come segnale di allarme, a discapito, proprio, degli utenti.

Le giornate con i bambini sono segnate da momenti di creatività, di compromessi, di sorrisi ed abbracci, di spiegazione e di limitazioni. Una giostra di emozioni, di complicità e di confidenza. Sono giornate di lavoro che, se fatto con passione, lavoro non è, caratterizzate da una "stupidità" ludica, da una spontaneità demenziale, che si andrebbero a perdere, svuotando gli interventi educativi di quella spensieratezza chiusa nel gesto di un attimo.

Delle alternative, però, ci sono e non vengono mai prese in considerazione. Tra il controllare in ogni istante e non controllare per niente, ci sono cinquanta sfumature di intelligenze che, forse, varrebbe la pena di prendere in considerazione. Diverse modalità e strumenti, affinché queste brutture non accadano più, perché chi resta a guardare è colpevole come chi compie il gesto.

Vi sono strutture per bambini che nascono ogni giorno, senza grandi richieste di credenziali, senza troppi controlli.

Vi sono strutture dove non vi è mai una supervisione pedagogica, o una consulenza psicologica, per il personale che, ogni giorno, si fa carico delle problematiche sociali, dei cambiamenti familiari, della confusione ,nella gestione di bambini troppo avanti a livello cognitivo e troppo fragili a livello emotivo. Incontri periodici, controlli improvvisi, test di attitudine psicologica, da effettuare già dal percorso di studi. Le telecamere potrebbero essere la soluzione più facile e più immediata ma, forse, non la più utile.