C'è differenza tra esistere e vivere. La stessa che intercorre tra vedere e guardare, tra sentire e ascoltare. Tutte azioni divise da un filo sottile, sul quale in pochi hanno avuto il coraggio di camminare come funamboli, sfidando la morte, quasi infastidendo la vita. Tra questi temerari, un posto in prima fila lo occupaAlex Zanardi.
Nato a Bologna il 23 ottobre 1966, il piccolo Alex cresce a Castel Maggiore, dove matura fin da piccolo la passione per i motori. Passione che i suoi genitori cercano di osteggiare, soprattutto dopo che la sorella maggiore muore in un terribile incidente nel 1979.
Questa pagina segna inevitabilmente il futuro della famiglia Zanardi. Ma Alex fin da giovane matura la capacità di andare oltre le difficoltà e i problemi. Impara a rialzarsi soprattuttoquando il destino decide di buttarlo a terra.
La sua capacità di superare le difficoltàè una costante della sua vita. In Formula 1 primae con i kart poi, Alex affronta gli scherzi dellasorteconun temperamento da titanofino adun tragico avvenimento. Il 15 settembre 2001, nel GP di Germania, Zanardi si trova in testa, a soli 13 giri dal termine. All'uscita dai box, perde il controllo della propria vettura, fa un testacoda e intraversa tutta la pista. Riesce ad evitare il kart di Carpenter, ma non quello di Tagliani, con cui si scontra perpendicolarmente.
Lo schianto provoca l'istantanea amputazione degli arti per Alex. Sono attimi di terrore: il pilota bolognese rischia di morire dissanguato.
L'intervento dei medici e la rapidità del trasporto in ospedale mantengono Alex in vita. Anzi, gli concedono una nuova vita. Già, perché dopo 6 settimane di ricovero e 15 operazioni, Alex ritorna più forte di prima.
O meglio, rinasce. Due anni dopo, torna in pista,sulla pista di Lausitzring per compiere quei 13 giri che gli mancavano per ottenere quella vittoria, a cui non arrivò mai. Per la cronaca, il tempo con cui ritorna è da podio, ma questa è un'altra storia.
La storia di Alex non continua alla guida di un kart. Ma è sempre caratterizzata dalla velocità, su una pista.
Nel 2007 Zanardi è ai nastri di partenza della maratona di New York, a bordo della sua handbike. Perché il mondo non può davvero abbattere un uomo se questo non glielo permette. E Alex non la dà vinta alla sorte. Nel giro di 4 anni raggiunge gli apici della specialità. E si aprono le porte della manifestazione a 5 cerchi. Quelle Olimpiadi che domina, a Londra nel 2012 come a Rio meno di 3 mesi fa, diventando una leggenda vivente della disciplina.
Una personalità influente come la sua finisce presto protagonista del piccolo schermo. Diventa un'icona della lotta giornaliera dei disabili per una vita alla pari. Intraprende anche la carriera di conduttore TV. Dal 2012 è la voce narrante del programma di Rai 3 Sfide.
Con un titolo così, chi se non lui avrebbe potuto essere alla guida del programma?
La vita ha diversi modi di manifestarsi. Nel corso dei secoli, libri e film l'hanno presentata come sfide da affrontare. Mi piacepensarla come una partita a scacchi, in cui per vincere il rischio è il miglior alleato. E il miglior maestro, poiché alla fine ti dà la possibilità di dire "Scacco matto".