Il referendum costituzionale 2016 è costellato più di polemiche che di informative volte ad aiutare il cittadino a fare chiarezza su quelle che saranno le modifiche nel caso passi il "SI". "basta un si" dicono gli spot dei sostenitori del cambiamento, ma senza stare a scendere nelle opinioni personali, limitiamoci a dire "Basta capirci qualcosa". Per cercare di fare chiarezza su quelli che sono i punti principali che si trovano nel quesito, e quelli che invece sono a parte, andiamo ad analizzare quelle che sono le domande frequenti che i cittadini ancora dubbiosi si pongono.

Domande che sono generate dal fatto che il Governo ha posto delle modifiche su questo referendum, che riguardano argomenti sinora gestiti senza il coinvolgimento del cittadino, un esempio è il CNEL. Tale ente di cui si chiede l'abolizione, a molti era completamente sconosciuto.

1- Il referendum riguarda solo quello che c'è nel quesito?

No, ciò che si legge nel quesito del referendum costituzionale, ovvero l'eliminazione del bicameralismo con la modifica del senato riducendone di molto i senatori, il contenimento di diversi costi della politica tra cui l'abolizione del CNEL e la definitiva cancellazione delle province, sono solo una parte delle cose che si modificano con il "SI". In più ci sarà la modifica sulle dinamiche di elezione del Presidente della Repubblica, il cambio di organizzazione della Corte Costituzionale, l'inserimento della clausola di supremazia dello Stato, e l'aumento delle firme necessarie per richiedere un referendum su iniziativa popolare.

2- Se io non vado a votare favorisco il no?

No, trattandosi di un referendum costituzionale non è previsto il raggiungimento del quorum. Quindi passerà la maggioranza dell'espressione del cittadino, se si presenteranno alle urne il 60 percento dei votanti, vincerà chi otterrà una percentuale del 31 percento o superiore. Dunque è importante presentarsi alle urne, in modo che il risultato finale sia stato raggiunto con il maggior numero di votanti possibili.

Così da mostrare la volontà popolare ad esprimersi, in un modo o nell'altro.

3- Cosa significa fine del bicameralismo perfetto?

Il bicameralismo attuale prevede che le leggi varate e approvate dalla camera per divenire ufficiali, ed entrare in vigore, necessitano anche dell'approvazione in Senato, altrimenti dovranno essere modificate o eliminate.

In pratica con la riforma la Camera sarebbe l'unica figura con la facoltà di approvare la legge, e una volta passata dalla votazione a maggioranza, non necessita di altre approvazioni e diventa ufficiale. Il Senato diverrebbe un organo satellite che fa da collante tra regioni e Governo.

4- C'è una relazione tra Italicum e referendum?

Nessuna. Non si capisce bene perché qualcuno abbia pensato che ci potesse essere una relazione tra il referendum costituzionale e la legge elettorale dell'Italicum. In realtà ci potrebbe essere una relazione postuma al referendum, perché la fine del bicameralismo darebbe alla modifica sulla legge elettorale un'importanza molto più grande di adesso. Infatti il premio di maggioranza per chi supera le elezioni con il 40 percento al primo turno, ottenendo 340 seggi su 640, gioverebbe sicuramente a chi lo ottiene in assenza di bicameralismo, perché sarebbe solo la Camera a dover accordare la fiducia al Governo.

5- Se passa il SI c'è un vincolo per qualche decennio?

No, la Costituzione se viene modificata con il "SI" nel referendum costituzionale, non avrà vincoli temporali. Qualora si ritenga necessario correggere il tiro perché le cose non sono andate secondo le previsioni, si potranno valutare delle modifiche al testo in qualsiasi momento. La decisione sui ritocchi sarà sia nelle mani della Camera dei Deputati che del Senato, che anche nel caso il referendum passi, per questioni costituzionali manterrà sempre i poteri decisionali attuali.