Votate, votate, votate! È martellante il suono dei tamburi che i politici suonano con forza, impeto e rabbia, mentre gridano a squarciagola di sostenerli, con l’affanno di chi sta per annegare ed è impegnato in una frenetica lotta contro il tempo dove tutto o quasi è permesso. Se da un lato c’è chi le elezioni le vuole esorcizzare proponendo balli caraibici in prima serata, dall’altro si vedono spuntare dal nulla donne che, con un passato se non allegro per lo meno spensierato, tutto d’un tratto scoprono di essere state private di quell’alta moralità e di quello spiccato senso del pudore che in fondo sapevano di possedere; per non parlare delle teorie complottistiche di un’anacronistica guerra fredda, di Wikileaks, del sempre affascinante FBI, di Putin e di chi più ne ha più ne metta.

Noi elettori, tutti, siamo coinvolti ed anche attratti da questa politica sempre più somigliante all’industria dello showbiz. In fin dei conti, a tutti piace giocare o persino illudersi di essere davvero esperti di strategia politica, spionaggio e teorie cospirative.

La verità è che le elezioni sí sono importanti e sí sono in grado di cambiare le sorti di un Paese. Proviamo ad immaginare cosa sarebbe successo se al posto di George W. Bush ci fosse stato Al Gore o, più recentemente, se non ci fosse stato il Bexit: impossibile dirlo, però è innegabile che la realtà dei nostri giorni sarebbe stata diversa da quella che in effetti stiamo vivendo.

Pertanto, che sia in gioco il Trump, la Cliton o il Renzi di turno, l’unica cosa di cui noi elettori dovremmo preoccuparci è che il processo elettorale si svolga in modo trasparente ed assolutamente corretto.

In tal senso, dovremmo davvero aprire le porte dei nostri seggi elettorali alla tecnologia, approfittando degli enormi benefici che essa (e probabilmente solo essa) può apportare. Certo, il tutto deve avvenire nel più alto rispetto delle leggi e libero da qualsiasi manipolazione, sempre volto a garantire la massima trasparenza e accuratezza in tutte le fasi del processo.

In fondo, se è un diritto-dovere recarsi alle urne, è anche un diritto-dovere informarsi ed essere sicuri che il proprio voto venga effettivamente conteggiato senza essere soggetto a dubbie ‘interpretazioni’ (la sola parola fa rabbrividire), magari condizionato da matite magiche de d’un sol colpo rendono innocue alcune schede o con le stesse improvvisamente dotate di una dinamica tutta propria.

Riflettiamoci in questo periodo elettorale, tutto sommato è abbastanza ‘elementare’ per dirla alla Sherlock Holmes.