Da oggi il No, dopo Eugenio Scalfari ha un nuovo involontario sostenitore: Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del Corriere Della Sera. Galli Della Loggia, con la schiettezza del neo conservatore nostrano, individua le vere ragioni del SI al referendum costituzionale, dando in tal maniera un involontario sostegno al NO. Dopo la figura non proprio brillante di Zagrebelsky nella sfida contro Renzi, il NO riprende fiato grazie anche all'attivismo senza veli di persone del calibro dei succitati rappresentanti del giornalismo italiano

L'attenzione del giornalista si concentra sulla seconda parte della costituzione ed il tono sembra in perfetta sintonia con le raccomandazioni della Goldman Sachs, che non si sa con quale autorità né autorevolezza, consiglia di sbarazzarsi delle costruzioni antifasciste ritenute troppo "socialiste (sic)".

Il Galli se la prende con l'ipergarantismo della costituzione italiana che permette rendite di posizione, immobilismo, alibi di ogni genere per conservare uno status quo imbarazzante agli occhi di un vero liberale come lui.

Galli Della Loggia, evoca l'antico "ribellismo italiano" che in un continuum ideale conduce, neanche a dirlo, alla sinistra radicale e i 5S. Il bersaglio sono quei nichilisti conservatori antiatlantici del No alle basi Nato, i NO TAV, i No alle centrali atomiche, e dei Si (negativi) all'utero in affitto, al salario sociale e alla Pace senza sè e senza ma (vuoi mettere guerra si ma dai). Dulcis in fundo, abominio della nostra epoca: il Si "alla difesa dei diritti acquisiti della pensioni".

Ecco con questo pezzo mirabile di giornalismo, Galli Della Loggia da una mano a comprendere le vere ragioni del SI al questo referendum e a sgombrare il campo da disquizioni e tecnicismi inutili, come se l'oggetto del contendere fosse davvero una costituzione all'altezza dei tempi in grado di garantire un migliore svolgimento dell'iter legislativo e di fluidificare gli ingranaggi arrugginiti della politica italiana.

Per come la intende Galli e come non convenire con lui, la nuova costituzione renziana serve a realizzare un perimetro invalicabile in grado di impedire l'accesso a qualsiasi forma di vetusto velleitarismo inconcludente e alle affabulazioni novecentesche su diritti e tutela dei beni comuni portati avanti da minoranze irresponsabili, e a dare ampio spazio alla positività delle riforme, cioè allo smantellamento (era ora) di un welfare ingombrante e dispendioso e dei diritti del lavoro che indeboliscono la fibra della genia italica. Dopo Scalfari un altro utile testimonial per il NO.