Dal 19 luglio 2012, #Aleppo è cambiata. La città siriana è caduta sotto le bombe e le esplosioni tra le forze governative e i ribelli, che hanno portato alla sua conseguente divisione in due parti. Una guerra assurda che ha portato più morti qui che in altro paese del Medio Oriente. A pagarne le spese, come spesso accade, è sempre il popolo, quello formato da bambini, uomini e donne innocenti, che non chiedono nulla e che restano vittime inconsapevoli di un conflitto a cui non c'è uno spiraglio di luce.

Perché di #Aleppo se ne parla sempre poco?

Perché dopo Je Suis Charlie, Je suis Paris, non si può essere anche Aleppo? E in tutto questo clima di confusione, che cosa stanno facendo i governi internazionali? Facciamo il punto della situazione in questa guerra civile siriana.

Aleppo, tregua temporanea, pace lontana

L'evacuazione di civili e ribelli è durata poco ed è stata subito sospesa con l'avanzare di un convoglio armato che, secondo alcuni media turchi, avrebbe attaccato alcuni soldati con lo scopo di prenderli in ostaggio. Una situazione gravissima, avvertono le operazioni umanitarie, con ospedali affollati e l'emergenza che cresce ogni giorno.

Una pace pare ugualmente lontana nel futuro del Paese. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di essere al lavoro su un'iniziativa di pace insieme al presidente turco Erdogan.

Il tavolo di trattative sarà aperto in Kazakhstan e ospiterà il governo di Damasco e le cosiddette opposizioni. Questa mossa è da valutare anche dal punto di vista dei governi occidentali, ma sta di fatto che in questo modo la Russia avrebbe il controllo diplomatico e militare sul conflitto in atto.

Aleppo, cosa resterà della città

Qualcuno l'ha chiamato Olocausto e in effetti il paragone rientra alla perfezione: ad oggi si contano circa 600mila morti e milioni di sfollati, un bilancio che preoccupa e fa paura. L'assurda guerra di #Aleppo cambierà le storia e l'assetto del Medio Oriente. Con la caduta della città, le piccole ribellioni sono state soppresse in parte perché ci sono ancora le forze russe iraniane e di Hezbollah e Al-Nusra a controllare la zona.