In questi giorni si sta tentando di costruire, attorno la giunta capitolina, un vero e proprio muro di gomma. Lo avevamo detto nell'articolo precedente: si sta tentando di porre in essere una strategia comunicativa che vada in un unico senso. Ciò è confermato dall'esposto depositato in Procura dal sindacato dei cronisti romani che denunciano la chiusura della sala stampa, senza possibilità di domande da parte dei giornalisti e le circolari - bavaglio di censura preventiva diffuse all'interno dell'amministrazione comunale, quindi la totale violazione del protocollo d'intesa sull'informazione capitolina sottoscritto il 02/10/2008 e mai revocato.
Come se non bastasse, a questi problemi se ne aggiungono altri: il parere sfavorevole dell'O.r.e.f. al bilancio 2017-2019 e le continue gaffe sul "Capodanno romano", aggiungono polvere da sparo sulla Santa Barbara della nave "Giunta Raggi", per quello che riguarda la dialettica con i giornalisti. Molti altri comuni hanno ricevuto un parere sfavorevole dall'O.r.e.f. questo è vero, ma è altrettanto vero che questo non era mai accaduto finora per il Comune di Roma. "Gli errori ci sono stati e anche grossolani" denuncia l'Organo di revisione. I pentastellati avranno comunque tempo 2-3 mesi per apportare le opportune correzioni.
Il Capodanno romano invece risulta un vero e proprio nodo gordiano di dichiarazioni e di smentite.
Tutto inizia con lo sponsorizzare il Capodanno per i dipendenti comunali (principalmente romani) al di fuori della Capitale stessa, poi l'annullamento del Concerto di Capodanno, evento immancabile negli ultimi 20 anni a Roma. Proprio l'annullamento del Concerto e il no tassativo ricevuto da Max Gazzè dato il poco preavviso, hanno portato l'amministrazione a cercare di rammendare la scucitura, invitando giovani artisti ad esibirsi gratis in cambio di visibilità, declassificando la cultura a visibilità.
Unica nota positiva: il divieto dei "botti di Capodanno"(anche questo ha causato il deposito di un esposto in Procura da parte dell'ANISP)
"Il fatto quotidiano" scrive oggi che il revisore dell'O.r.e.f. che avrebbe bocciato il bilancio della giunta Raggi sarebbe non solo di centro-destra ma anche indagato per bancarotta fraudolenta.
Ecco una tipica mistificazione della realtà, eseguita a regola d'arte da una testata giornalistica che in questi giorni sta contribuendo a inspessire quel muro di gomma creato dalla consigliatura. Mi piace ricordare infatti che l'O.r.e.f. è stato nominato dal Commissario Tronca attraverso un sorteggio informatico (e apartitico) ed è formato da più revisori, la decisione di bocciare il bilancio quindi è collegiale e non del singolo. Indagato non vuol dire condannato.