Claudio Pisapia è "accademico" creativo, laurea in Scienze Politiche, e da anni protagonista metapolitico e culturale "futuribile" in Italia e nella città d'arte estense, Ferrara, sempre in bilico tra nuovo Rinascimento e stagnazione politico-ideologica. Ha curato con altri conferenze socioeconomiche nel comune emiliano, con ospiti ed esperti prestigiosi italiani quali Amoroso, Cattaneo, Galloni, Sapelli Rinaldi, Zibordi, e l'equipe stessa del Barnard – Mosler, con circa 1000 persone in un cinema della città estense. Inoltre scrive su "Scenari economici" e "Ferrara Italia".
Ecco la nostra intervista esclusiva per Blasting News.
L'utopia cento anni dopo
D: Pisapia, 2017, centenario della famosa rivoluzione d'ottobre e Lenin, ecc. L'unica sinistra creativa è quella solo immaginaria e utopica?
R: Mah, l’idea di base era buona, più buona del liberismo di Smith, di Malthus o dell’economia dei classici che vedevano i lavoratori come masse indistinte e da tenere in vita a livello di sussistenza al servizio del capitale. Probabilmente sì, la parte buona è rimasta utopica e immaginaria come dici tu. Nella pratica, dopo Lenin è stato un grande esperimento di controllo delle masse. La stessa cosa è avvenuta dall’altra parte del muro attraverso altri mezzi, ad esempio la pubblicità e l’opera di uomini come Edward Bernays, si badi bene.
Voglio dire che dal punto di vista del controllo delle persone siamo sulla stessa linea con l’utilizzo di mezzi diversi. Una finta democrazia decisionale a occidente, guidata dagli interessi di finanza e multinazionali e grandi banche, capaci di farti studiare l’economia oggi, ad esempio, come se ancora esistesse il gold standard o come se la colpa dell’inflazione fossero i salari degli operai e il debito pubblico fosse un enorme problema.
Dall’altra, queste cose nemmeno te le dicevano, ti davano un lavoro inutile e una casa uguale a tutte le altre e creavano l’idea del miglior mondo possibile con la paura e la costrizione. In fondo, anche la storia della contrapposizione est-ovest potrebbe essere vista come strumentale a far vedere che ogni parte si opponeva alla parte sbagliata e quindi si proponeva come parte giusta.
Una dicotomia che ti costringeva a vedere il male a seconda della longitudine e a schierarti, un po’ come succede per il sì e il no. Ti schieri ma non ti viene data la possibilità di vedere al di là della scelta.
Ferrara città esperimento?
D: Ferrara e il futuro, una previsione?
R: Nel 2020 Ferrara potrebbe essere protagonista di un nuovo rinascimento elettronico anche italiano. Con i nostri Gruppi attivi socioeconomici e metapolitici (Cittadini Economia di Ferrara, Alternativa per l'Italia, ecc.) siamo già attivi per una controinformazione sull'economia della città e sugli scenari futuri. La città sarà finalmente informata di nuove visioni con iniziative, convegni e dibattiti destinati ad ampliarsi, non solo astratti, ma presumibilmente concreti e pragmatici se non operativi. Abbiamo lanciato un laboratorio delle idee e del futuro per un'avanguardia rivoluzionaria culturale non di nicchia, ma come rete aperta e in progress. Questi gli obiettivi auspicabili.