Le parole sono finite probabilmente, come il credito. Game Over? In un modo o nell'altro sembra di sì. C'è poco da fare: l'ennesimo matrimonio con un allenatore a Genova finisce, purtroppo, a "pesci in faccia", senza troppi rimpianti. Un tecnico con un modesto Curriculum Vitae (la scorsa estate vicino anche al Milan) che ha sostituito Montella, considerato scarso, arrivando sulla panchina blucerchiata come maestro del calcio. Giampaolo, infatti, all'inizio piaceva a tanti mentre, cammin facendo, è stato prontamente abbandonato, scaricato di fatto alla 21^ giornata, fatto scendere dal "torpedone sampdoriano" al secondo autogrill in piena notte sull'autostrada di ritorno dall'ennesima trasferta andata male.

È la fine che sta facendo Marco Giampaolo, un allenatore scaricato dai più, inutile negarlo né credere il contrario. La posizione della società è cambiata, confusa, non molto chiara: l'ha sposato, gli ha regalato un mazzo di margherite da sfogliare una ad una, poi lo stava per mandare via, ed ora lo ama nuovamente nonostante la brutta prestazione in Coppa Italia, l'imbarazzo di Bergamo e chissà quali altri "orrori" ci potrà regalare da qui alla fine di questa strana stagione. Una stagione ormai già andata, già finita e senza nessuna ambizione. L'ex tecnico dell'Empoli ha pregi e difetti come tutti noi, ma tra i difetti c'è quello di non essere un mago e di non saper trasformare una zucca in una carrozza.

Non è Gasperini, anche se il paragone a qualche tifoso della Sampdoria potrebbe sembrare eccessivo. Tuttavia lo diciamo convinti: ci piacerebbe avere un Gasperini sulla panchina della Samp.

Giampaolo? Teniamocelo ancora stretto

Cosa dovrebbe fare la Samp con Giampaolo? Nonostante le premesse poco rassicuranti andrebbe confermato, a meno che non si possa arrivare a Simeone, magari a Conte, anche se ci si potrebbe accontentare pure di un allenatore come Mourinho.

Altri tecnici più bravi che possano dire di sì alla Sampdoria, sposando un progetto come quello di Ferrero, al momento non se ne vedono.

Non vediamo una squadra né una società in fallimento, sia chiaro, ma questa Samp deve e può fare di più. Questo progetto deve crescere insieme con i giovani attualmente in rosa, con questo allenatore capace di dare un gioco, un'identità.

Peccato non abbia il coraggio, il carattere di un combattente, di non essere uno di quelli a cui piace lottare. A parole non lo fa mai, e probabilmente nemmeno lo sogna. Ma sa di calcio, lo mastica e ne capisce, riesce anche ad applicarlo, e a Genova qualcosa l'abbiamo già visto. Speriamo di poter continuare. Ci auguriamo che la società questa volta non si faccia condizionare, resista alle critiche, e lo valuti per gli obiettivi.

Addio Antonio, addio per colpa di tanti

Finisce anche la storia con Antonio Cassano e, gira che ti rigira, dispiace. È stato sulla bocca ti tanti, nei pensieri di molti tifosi, mai troppi. Nel bene e nel male. E come spesso succede, come capita a Genova, quando le cose vanno male (e succede spesso negli ultimi anni) si torna a parlare anche di chi non c'è, di come sarebbe stato se ci fosse stato lui a comandare le operazioni d'attacco, di cosa poteva succedere se la società avesse fatto i propri interessi e non quelli di una persona sola.

Ma ormai è tardi: ha chiesto la rescissione, ora la firmerà per andare a giocare chissà dove, chissà con chi poi? Certi tifosi lo amano ancora, altri no, e forse si tratta di quella fetta di popolo blucerchiato che ha dimenticato il suo passato e le vittorie festeggiate insieme. Proprio questa porzione di tifoseria ha il coraggio di ricredersi su niente, nemmeno davanti alle deludenti prestazioni di Quagliarella e Muriel, e alle difficoltà di questa squadra. Non riescono nemmeno a ricredersi sul suo carattere, la testa che oggi sembra essere cambiata in meglio. Con i ragazzi della Primavera sembra essere diventato un papà maturo. Chissà chi ne approfitterà da qui a fine febbraio…