Abbiamo bisogno di qualcuno che controlli la veridicità delle informazioni pubblicate online per tenerci lontano dalle fake news con le quali ci martellano le testate giornalistiche online. Siamo immersi nell’era della fakegeneration, ma non ci ricordiamo da quando abbiamo iniziato a visualizzare album fotografici di fake profile e leggere fake news su riviste sul web. Ogni tanto sono i social network a ricordarcelo. Rappresentano la nostra memoria visiva virtuale che non ricordiamo più. Ogni giorno impariamo a ri-scrivere la nostra storia in modo contemporaneo scattando foto e condividendo dati sensibili, mentre le grandi corporazioni utilizzano questi dati per promuovere campagne di web-marketing e vendere “info-prodotti”, anche fabbricando notizie inventate.

Ma di chi è la colpa del dilagare dei falsi profili e delle notizie false? Sicuramente la massificazione di facebook e la proliferazione di testate giornalistiche online ha contribuito alla diffusione del fenomeno. La fabbricazione di notizie in redazione è ben radicata nel giornalismo virtuale, al punto tale da non esser più un tradimento della fiducia dei lettori/utenti/consumatori. Oggigiorno è sempre più complesso distinguere i diversi ruoli ingabbiati nella fabbrica del consenso: il consumatore sembra non ricercare le notizie verificate, ma vere e proprie bufale. Le fake news alterano la percezione della realtà, la realtà del contemporaneo che non piace e alimentano le catene di sant’antonio del conflitto.

Fakenews: cosa fare?

Gli autori Herman e Chomsky scrivono, nel libro-bibbia di ogni blaster La fabbrica del consenso, che i media sono gestiti da grandi corporazioni “multinazionali del pensiero globale” in grado di pilotare le informazioni in base ai loro campi d’interesse. I veri giornalisti, alla ricerca di vere notizie, diffusori indipendenti di news online, non possono accettare che queste vadano in conflitto di interesse di chi possiede questi mezzi di comunicazione e possano subire alterazioni e non esser quindi verificate.

Questa "divisione morale del lavoro", predominante nel campo dei media italiani, in cui "i funzionari sono coloro che possiedono e forniscono i fatti", mentre i "reporter hanno il mero compito di riceverli da loro" molto spesso condiziona questo complesso lavoro. Personalmente ho deciso di far parte del team di Blasting News per indagare in prima persona su questa dissonanza cognitiva, convinto che la dissonanza fra il desiderio dell'uva e l'incapacità di arrivarvi, conduce sì la volpe alla conclusione che "tanto l'uva è acerba", ma induce i ricercatori di fonti di notizie verificate a pensare che l’uva prima o poi matura e sarà da raccogliere.

medialens.org: un invito a denunciare le fakenews

Dedico il mio primo articolo del 2017 a tutti coloro che, come il sottoscritto, cercano di attivare idee e comportamenti tra loro coerenti segnalando un sito utile che pone la lente di ingrandimento sui new media: medialens.org. In un mondo in cui le notizie e i commenti sono sempre più 'filtrati' dall'orientamento dei media, per denunciare casi di “dipendenza intellettuale” da inserzionisti controllanti, ricchi proprietari e fonti di notizie ufficiali consiglio di puntare, come fan loro, la lente sui media.