Pare che agli italiani - ma in verità non solo a loro - piaccia fare i conti in tasca ai vip, se non altro in fatto di moda. Un trend in voga da diversi anni che ha visto tra le protagoniste indiscusse di un fastidioso e costante "reportage fashionista" Victoria Beckam - Posh - che veniva puntualmente fotografata più per le sue borse che per sè stessa. L'ex Spice Girl infatti aveva una passione smodata per le borse di gran lusso, il cui costo veniva regolarmente quantificato con gran perizia da parte dei soliti "osservatori" del costume e dello "spending power" delle celebrità, insieme ad ogni eventuale nuova aggiunzione.

Insomma, per un periodo abbastanza lungo, abbiamo assistito ad una sorta di "ultim'ora" sulle borse della signora Beckam. Prima che calasse un certo silenzio e l'attenzione degli observers si spostasse altrove, pare che Vic possedesse ben 150 esemplari tutti della stessa maison francese, per un valore equivalente a quello di diverse case e con una punta di diamante in coccodrillo del costo - da sola - di una discreta villa. In casa nostra era passata allo scanner attento dei fashion addict la nostrana Simona Ventura, testimonial praticamente unica di un unico brand di alta moda. E come non ricordare le "perizie" attente e puntuali sugli outfits della compianta Lady Diana Spencer? Icona di stile come poche dei tempi moderni, Lady D aveva scelto di vestire italiano, ed unicamente le creazioni di due stilisti.

Anche in quel caso, calcolatrici alla mano e frenetiche ricerche sul web, si quantificava la spesa della statuaria ex principessa del Galles, non perdendo però d'occhio anche i gioielli ed in particolare un anello di fidanzamento in verità anche un po' pacchiano, ultimo dono dell'ultimo fidanzato che insieme alla promessa sposa trovò la morte nel tunnel dell'Alma di Parigi.

Ma la Beckham è e rimane inarrivabile.

I misteri irrisolti

In tempi molto più recenti ci si è concentrati su dettagli di minore entità: dal maglioncino in cachemire di Agnese Renzi al mistero rispetto al firmatissimo omaggio da parte di Lady Trump a Michelle Obama. Maglioncino di Agnese Renzi valutato in circa 950 euro e ritenuto oltraggiosamente costoso.

Omaggio della First Lady entrante alla First Lady uscente? Non si sa, ma valutando la scatola e la dimensione della stessa si è giunti alla conclusione che debba essere costato qualche migliaio di dollari, se non qualche decina di migliaia di dollari. Il mistero è rimasto tale anche dopo avere scatenato una ridda di ipotesi e di ironie sulla natura dell'oggetto contenuto nell'appetibile ed appetitosa scatola turchese. Non ne verremo a capo ma, questo è fuori di dubbio, in tempi di crisi, ogni spesa considerata eccessiva viene fortemente stigmatizzata dall'opinione pubblica.

E così Melania, dopo essere stata aspramente criticata per avere "scimmiottato" l'abito di Jackie O, che peraltro risultava leggermente over size, scegliendo un azzurro baby in luogo del rosa confetto della first lady moglie di John Fitzgerald Kennedy, è adesso oggetto di costanti valutazioni su ciò che spende per abbigliarsi.

I rumours che serpeggiano negli ambienti dei bene informati dicono anche che, data la scarsa popolarità del marito e date le sue origini straniere ed un passato incorniciato da qualche foto osè, Melania abbia subìto il rifiuto da parte di alcuni stilisti che non hanno accettato di curarne l'immagine ed il look. Però su quanto spende siamo tutti bene informati: è di oggi la notizia più recente che parla di un outfit del costo di circa 10.000 dollari. Giacca e gonna tempestate di paillettes ricamate a mano in Italia, anche se la firma sul tailleur non è italiana. Troppo costoso? Forse: sicuramente dieci volte più costoso dell'understated maglioncino di Agnese Renzi. Ma, come è ben noto, gli italiani sempre ancora vagamente esterofili, tutto perdonano alla "grande bellezza" femminile. Quella di Melania Trump, in questo caso.