Il 13 marzo scorso la discussione sulle linee generali del nuovo decreto legislativo sul testamento biologico e sul suicidio assistito è iniziata alla Camera dei Deputati, dopo quattro rinvii. Il testo della legge, frutto dell'unione delle varie proposte avanzate dai vari partiti, è stato già approvato dalla commissione degli Affari sociali circa un anno fa e prevede la possibilità di predisporre di un testamento biologico vincolante sia per il medico di base sia per i medici specialisti e include la possibilità di decisione da parte del paziente di rinunciare alla nutrizione e all'idratazione artificiale e alle altre forme di "accanimento terapeutico," che sempre più spesso stanno diventando argomento di discussione dell'opinione pubblica nella società contemporanea.

Cosa prevede il ddl

Il disegno di legge, intitolato "Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari" è composto da 6 articoli e inizia con la citazione dell'articolo 32 della nostra Costituzione che, al primo comma, prevede la tutela della salute intesa come uno dei diritti fondamentali dell'individuo e di interesse della collettività e che dispone, al suo secondo comma, che nessun individuo deve essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, a meno che non sia disposto per legge. Il testo prosegue insistendo sul fatto che senza il consenso libero e informato del paziente interessato non è possibile mettere in atto nessun trattamento sanitario, eccezion fatta per i casi previsti espressamente dalla legge, e precisa che qualsiasi persona maggiorenne e in pieno possesso delle proprie capacità mentali deve avere la piena libertà di accettare o di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dagli specialisti per curare la sua patologia.

Il testo include, però, la precisazione che il paziente non può scegliere di farsi curare attraverso trattamenti sanitari contrari alla legislazione in corso e/o alla deontologia professionale del medico. La proposta di legge prevede, quindi, che qualsiasi individuo maggiorenne capace di intendere e di volere può esprimere le proprie volontà attraverso la compilazione di una Disposizione Anticipata di Trattamento.

La DAT, dunque, è solo la manifestazione della volontà del singolo individuo in previsione di una sua possibile incapacità futura di autodeterminarsi.

In questo disegno di legge non mancano passaggi contraddittori, ma la discussione in Parlamento dovrebbe servire proprio per fare luce su questi aspetti e cercare di migliorare il testo al fine di superare qualsiasi incomprensione o fraintendimento.

L'opinione pubblica, ancora scossa dall'esperienza di Fabiano Antoniani, conosciuto più come Dj Fabo - il ragazzo che a causa di un incidente stradale era diventato cieco e tetraplegico e che ha dovuto ricorrere a una clinica svizzera per poter porre fine alle sue sofferenze - reclama a gran voce la necessità di approvare una legge come quella avanzata in Parlamento, ma fra i deputati non sembra essere avvertita la stessa urgenza, come dimostra il fatto che pochi erano i deputati presenti il 13 marzo scorso. Comunque sia, quello era solo il primo di una serie di incontri e quindi possiamo solo sperare che in futuro i deputati siano i primi a comprendere l'importanza di avere una legislazione sul Testamento Biologico o sulla Disposizione Anticipata di Trattamento, necessaria all'interno di una società, come quella italiana, che fin dal suo primo articolo della Costituzione si proclama una repubblica democratica, e come tale, di conseguenza dovrebbe permettere ai suoi cittadini di poter scegliere liberamente a quali trattamenti sanitari sottoporsi e a quali no.