Il Partito Democratico, con la proclamazione del suo nuovo Segretario Nazionale, ha le carte in regola per poter operare a pieno campo. Non solo, ma ha anche l'opportunità di manifestare, in pieno, il suo orientamento politico, a cui ha fatto cenno Matteo Renzi, nella premessa del discorso di insediamento a Segretario: chiudere le turbolenze in corso e ripartire, incontrando la gente, ed ascoltare. Riconoscere gli errori del passato è un segnale di forza che infonde speranze per il futuro. Non bisogna aver paura se un avversario propone una strada diversa per migliorare la vita di tutti i giorni, bisogna invece avere il coraggio di chiamare, discuterne e collaborare: senza polemizzare.

Solo allora si potrà affermare di aver imboccato la strada giusta.

Non vi potrà mai essere l'unanimità sulle cose da fare, quando si pensa liberamente, ma le necessarie polemiche costruttive sono portatrici di spunti, per migliorare i provvedimenti. Nessun rancore: nessuno è depositario della verità. Con questo spirito, la politica accetti anche le nostre modeste polemiche costruttive.

Progetti di sviluppo

Partiamo dai progetti di sviluppo. Una cosa per volta. Cominciamo col ridurre la 'burocrazia' che è il primo ostacolo ad impedire lo sviluppo. Per fare una qualsiasi cosa occorrono 20 permessi: è scandaloso e scoraggia quei pochi disponibili ad operare. Ogni giorno una legge che mette paletti e rende sempre più difficili le nuove iniziative, con le dovute eccezioni.

Nel passato vi sono stati tentativi portati avanti da Prodi e Bersani, con successo, che, a costo zero, hanno fatto delle semplificazioni utili per la cittadinanza. Ripetiamo, a costo zero, usando solo il buon senso. Questo Governo, cominci per esempio dalla semplificazione del fisco, che è un capitolo importante nella vita economica del nostro paese.

All'interno di quel mondo, la burocrazia la fa da padrona. Citiamo un esempio documentato.

Un caso del fisco italiano

Il signor Tizio ha optato, negli anni scorsi, per l'applicazione della Cedolare Secca, per un appartamento dato in locazione. Infatti, ha inviato all'inquilino, come richiesto dalla legge, una lettera raccomandata A/R comunicandogli che lo stesso era esonerato dal pagamento dell'aumento Istat e della tassa di registro di spettanza.

Alla fine di ogni esercizio, con la dichiarazione dei redditi, è stato regolarmente provveduto al pagamento delle tasse richieste dalla stessa legge. Tizio ha avuto una dimenticanza, al momento della opzione: non ha presentato il mod. 69 per comunicare la scelta, e mettere in condizione l'Ufficio delle Entrate di controllare il pagamento della Cedolare secca. L'Ufficio delle Entrate ha sollevato il problema dopo qualche anno ed ha chiesto, ignorando il regolare pagamento avvenuto con le varie dichiarazioni dei redditi, di nuovo il pagamento della tassa di registro, con l'aggiunta delle penali ed interessi. A nulla è valso il ricorso in commissione di 1° grado, che si sono limitati ad eliminare solo le penali, ma hanno deliberato a favore del pagamento della tassa di registro.

Due volte quindi la stessa tassa. Non solo, ma non è finita qui, perché ci hanno riferito che pagheremo anche una terza volta, ma non abbiamo capito il perché.

Per l'Ufficio delle Entrate non fa fede la dichiarazione dei Redditi per dimostrare l'avvenuto pagamento. Quel Tizio è un cittadino onesto, che ha comunque pagato due volte (sono i famosi recuperi del Fisco sbandierati) ma sicuramente è stato oggetto di un'ingiustizia. Della presente invierò copia alla dott.ssa Orlando come ho fatto l'altra volta, senza esito. La prossima volta, quel Tizio, sarà costretto ad inviarla a chi dialoga con la gente normale, come ha promesso il Presidente Renzi. Nella prossima settimana passeremo ad altro argomento: uno per volta.