Siamo maglia nera in Europa per occupazione giovanile. Siamo maglia nera per tante cose, l'Italia ormai è da tempo fuori dal giro, e fuori giri. Il motore e la benzina che mancano sono proprio i giovani... Si fanno sondaggi, inchieste, si cerca di capire i motivi, di tentare azioni correttive. Perché non riusciamo a dare Lavoro ai giovani? E, innanzitutto, cosa intendiamo per giovani? Non si vuole fare demografia o sociologia, ma anche il range per definirli cambia continuamente, e punta sempre al rialzo. Ora sembra addirittura che siano giovani ancora gli under 35...

forse anagraficamente è così, ma nel mondo del lavoro un 35enne dovrebbe essere adulto, nel senso di posizionato, con un contratto certo, definito. Il mercato del lavoro lo dovrebbe cercare per head hunting, non di certo per collocarlo nel disperato tentativo di tappare qualche posto vacante per il periodo estivo o per qualche sostituzione di maternità.

Il lavoro e i giovani sembrano due strade parallele, le due facce di una medaglia che non riusciranno mai a guardarsi. Si legge spesso che l'unica soluzione è l'estero, l'altrove visto come l'El Dorado, come speranza per gli esasperati. io non credo sia così. Credo che, come per la materia, nulla si crei, nulla si distrugga, tutto si trasformi.

Certo, non siamo nell'Italia dei miei genitori nella quale - con qualunque titolo di studio o anche senza - potevi trovare lavoro e cambiarlo con molta facilità, garantendoti una vita dignitosa e una pensione. Oggi il mondo è cambiato, e per lo stesso motivo di cui sopra, tutto deve trasformarsi. L'Italia però ha questo strano difetto per il quale legge deformazione anziché trasformazione: e così la flessibilità del e nel lavoro, che doveva essere una flexability, ovvero stabilità nella flessibilità, si è trasformata nel peggiore incubo di un lavoratore, ovvero la continua rincorsa, l'affanno costante di un contratto brevissimo ma che permetta di lavorare una settimana, un giorno, un'ora in più.

Forse, si può capire perché i giovani non lo cerchino, un lavoro così.

Di tante azioni che mancano in Italia a livello legislativo, burocratico e del welfare, dobbiamo sempre tenere a mente che nulla cambierà fino a quando non ci sarà un grande cambiamento culturale. In Italia manca il rispetto, il rispetto per chi ha studiato, per chi ha un mestiere, il rispetto degli ideali dei giovani e il rispetto per l'esperienza degli adulti. E intanto il Paese sta fermo, nella sua illusione di crescita, con solo la realtà e l'amarezza dell'ultimo posto.