Nessuno muore mai davvero, tutti riviviamo nella mente di c'ha voluto bene, nessuno se ne va mai per sempre”, recitava così Marylin Monroe, ed aveva ragione. La vita è ingiusta, dura, bastarda, la morte ancora di più ma chi si illude di terminare il proprio corso con l’ultimo respiro, è per l’appunto un illuso e per chi combatte ogni giorno per dare un senso a questa esistenza, la frase della bella losangelina è solo una conferma ad un proprio ideale, un proprio credo.

Oggi Giustino Barretta avrebbe compiuto gli anni, nel giorno del suo onomastico tra l’altro.

Il tifoso gialloblù ricordato ogni anno con un meraviglioso memorial a cui partecipano tifoserie sparse per tutta l’Italia, professionisti del settore e a cui è legato un concorso per aiutare i più sfortunati, oggi avrebbe compiuto gli anni, e sarebbe stato felice, perché il Giugliano lo ha festeggiato, lo ha omaggiato, con una vittoria per 3-0 fuori casa.

Facciamo un passo indietro: 10 settembre 2017, ore 7 del mattino. L’appuntamento al Twin Peaks, la sede dell’allenamento della giugliano Academy è in fermento. Ci sono dirigenti e staff, giornalisti e parenti. Tra qualche ora si sarebbe giocata la prima partita di campionato dopo 3 anni di assenza del calcio, dopo quei terribili fatti contro la Virtus Volla che a 3 anni di distanza sembrano ormai solo un atroce ricordo di un calcio malato che non deve più tornare.

Giugliano ha sofferto questa assenza, ha sofferto quel momento, perché le tv di tutta Europa hanno mostrato una tifoseria finta, perché quella non è la vera tifoseria del Giugliano. Hanno mostrato una città diversa da quella che il giuglianese conosce, perché Giugliano farà anche parte della “periferia più pericolosa d’Europa”, ma il calcio è un’altra cosa.

Mentre arrivano gli ultimi ritardatari un folto gruppo di persone si presenta al campo: sono gli ultras, vogliono dire qualcosa alla squadra, ci sono delle richieste. Onorare la maglia, innanzitutto, è la cosa più importante per ogni tifoso, poi arriva il risultato del campo. La seconda richiesta è più profonda, perché viene consegnata una maglia con l’effige di Giustino Barretta nelle mani di Maisto, il capitano della squadra, con la promessa che in ogni spogliatoio in cui andranno a giocare, il ricordo di Giustino sia sempre presente.

Quella maglia, ieri è stata mostrata alle telecamere di Teleclubitalia perché dopo il gol dello 0-2 Pirozzi, un uomo di esperienza e di passione, ha indicato la panchina mentre esultava, ha cominciato a correre ed ha preso quella maglia, l’ha fatta vedere a tutti portandola al cielo con le sue braccia.

Il momento è stato sentito, prezioso, ed infatti la dirigenza del Giugliano, con il presidente Sestile in pectore, si è lasciata andare alla commozione perché solo gli uomini veri non hanno paura di mostrare i propri sentimenti ed in fondo “non so se ci sono al mondo parole tanto efficaci né oratori tanto eloquenti come le lacrime”.

La partita tra Pimonte e Giugliano si recuperava, perché quella mattina del 10 settembre un vento incredibile soffiava sui Monti Lattari ed il pallone non riusciva a stare fermo, ma forse è meglio così, perché sembra quasi che lo stesso Barretta soffiasse sullo Stadio San Michele, per fare in modo che la prima vittoria, i primi gol, arrivassero alla vigilia del suo compleanno.

E’ più bello così.

Oggi Giustino continua il suo viaggio nel “Paese sconosciuto da cui nessun viaggiatore è mai tornato”, con un anno in più sulle spalle, con un’altra stagione da seguire, altri cori da intonare, con la sua solita gioia, la sua voglia di esserci e la consapevolezza che “la morte sorride a tutti, un uomo non può far altro che sorriderle di rimando”.

"Un giorno all'improvviso sei arrivato tu

un giovane guerriero dal cuore gialloblu

per sempre resterai nel cuore degli ultrà

ti porteremo ovunque, il Giugliano giocherà".