Predica i valori dell’uguaglianza, la fratellanza, l’umiltà. Parla di democrazia diretta, partecipazione, agorà. Cita Gesù, Francesco d’Assisi, Che Guevara, il subcomandante Marcos e non smette di ricordare Falcone, Borsellino e il gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa. È il colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio, classe 1961, meglio conosciuto come Capitano Ultimo. Il nome se l’è dato lui per rimarcare la sua allergia ai potenti, il grado è quello che rivestiva nel 1993 quando, a capo di una piccola guarnigione di carabinieri del ROS senza attestati di servizio o benemerenze – la neo costituita Unità Militare Combattente Crimor –, aveva messo le manette ai polsi di Totò Riina, il capo di Cosa Nostra.
Da allora Ultimo ha barattato l’identità per la lotta, la vita con la missione. E la sua – dice di sé – è sempre la stessa: combattere per il popolo, con il popolo, dalla parte degli ultimi.
Perciò nel 2008 ha dato vita a una casa-famiglia alla periferia sud-est di Roma, l’Associazione Volontariato Capitano Ultimo, che assiste minori in difficoltà e dove alleva aquile e falchi portando la parola del Vangelo. E un carabiniere-prete, un carabiniere-filosofo, un carabiniere-riformatore; un militare sui generis il cui lessico si compone di parole come bellezza, amore, sogni, i gradini di un’ideale scala semantica alla cui cima svetta non il tricolore ma l’altro-da-sé, la vita in quanto processo autopoietico.
Meglio: la vita offesa. Ultimo non si mostra, pochi conoscono il suo volto. Per inclinazione naturale, per motivi di sicurezza. Alla sua leggenda sono stati dedicati film, libri e fiumi di parole. Anche processi (è stato accusato e poi prosciolto per favoreggiamento a Cosa Nostra) e alzate di spalle (‘confida troppo in sé’, mormorano i detrattori).
Chi l’ha conosciuto parla di un uomo determinato, sincero, forse irrequieto. Comunque coraggioso, uno che ‘se non la faccia – e come potrebbe? -, ci mette il nome in tutto quello che fa’. Almeno in parte, i suoi rapporti con la Benemerita sono noti. E difficili. Nel 2000, in disaccordo con il comando del ROS sull’impiego del personale provvisorio in attività d’indagine, ha chiesto di essere trasferito ad altro incarico.
Assegnato al NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) con l’incarico di vice comandante, nel 2015 viene esautorato dagli incarichi operativi e di polizia giudiziaria. Nel 2016 passa all’AISE, servizio segreto per l’estero dove dirige il servizio affari interni. Ci rimarrà fino al luglio 2017 quando, dietro richiesta dell’ufficiale, tornerà nei ranghi dell’Arma. In mezzo c’è il caso CONSIP e il presunto ruolo di Ultimo - che nega ogni addebito - in un’indagine tutta ancora da acclarare. Anche nel caso, il tempo darà conto dei fatti. Noi ci fermiamo qui. E vi raccontiamo Ultimo attraverso le parole di chi lo conosce meglio: il colonnello Sergio De Caprio.
La filosofia di Ultimo
(Rassegna di dichiarazioni rilasciate ai media dal colonnello Sergio De Caprio).
- Arma dei carabinieri. 'È’ la mia casa, la mia famiglia. L’Arma nasce dal popolo, per il popolo. L’Arma è il popolo'.
- Carabinieri-straccioni. 'Quelli che hanno sempre creduto in un sogno, in una speranza, in un’idea che nasce muore e rinasce seguendo le parole di Gesù e di San Francesco di Assisi'.
- Carriera. 'Quello che per altri è un premio, per me è un disonore, la carriera la facciano gli altri. A me piace stare con i miei soldati straccioni (…)'.
- Comando. 'Il comando degli uomini è esempio. Al di fuori di questa linea è oppressione. E io mi ribello'.
- Mendicante/straccione. 'Porto il guanto dei mendicanti, dei lavavetri che sono nostri fratelli, e così non mi dimentico di essere anche io mendicante'.
- Oppressione. 'Vivo sulla mia pelle ogni forma di oppressione, qualunque sia il soggetto su cui è esercitata'.
- Prete-carabiniere. 'La mia è una vocazione, una missione'.
- Potere. 'Il potere è violenza, abuso e prevaricazione. Nessuno deve esercitare il potere su un altro uomo'.
- Totò Riina. 'Per me era solo un vigliacco. Nei suoi occhi ho visto la paura e la viltà'.
- Ribellione. 'Perché ribellarsi è la prima preghiera che ci ha insegnato Gesù di Nazareth'.
- Sopravvivenza. 'La sopravvivenza è la priorità, il soddisfacimento dei bisogni di ogni singolo individuo dentro una cornice di legalità'.
- Ultimo. 'Mi sono chiamato Ultimo quando ho capito che tutti volevano essere primi, volevano fare bella figura, volevano vincere, volevano farsi belli con i capi, volevano fare carriera con la K, e siccome a me non me ne frega proprio niente, dico a me ma anche a tanti altri carabinieri, il nostro onore e la nostra gloria maggiore è lavorare per la gente povera e basta, e nel momento in cui lo facciamo perché vogliamo qualcosa in cambio siamo porci traditori'.