Dybala è solo Dybala. Lo ha ripetuto mille volte e lo ha fatto anche dopo il derby di Torino dova ha incantato la platea con giocate da urlo. La 'Joya' continua a sorprendere tutti, anche i più scettici e maligni, che cercano spesso di screditarlo con improbabili accostamenti con Messi. Ma davanti a questo inizio di stagione è quasi impossibile riuscire a non esaltare Dybala: giocate da top player e percentuale di gol da bomber di razza, in poche parole Paulo in questo momento è la maggiore espressione del campionato italiano. La 'joya' oltre ad essere un fenomeno in campo lo è anche negli atteggiamenti: sempre sorridente e disponibile, mai fuori dagli schemi nei comportamenti, risulta essere un'esempio totale per le nuove generazioni che lo ammirano e sognano di diventare come lui.

Inchinatevi a Paulo

Vedere giocare Dybala in questo momento è pura poesia. Merito della sua umiltà e della voglia che ha sempre avuto di arrivare, ma anche di Max Allegri che ha saputo esaltarne le qualità al meglio. Nel campionato di serie A nessuno è all'altezza di questo fuoriclasse totale che ben presto proverà a consacrarsi nel calcio europeo. Resta da capire se lo farà con la Juventus: Gli occhi del mondo sono tutti su di lui, è Dybala il futuro del calcio mondiale, e i maggiori club europei lo sanno bene. La dimensione del club bianconero gli permettono di giocare nella massima competizione europea, ma forse non di riuscire a vincerla. Le valutazioni le farà lui e il suo entourage, al momento la dirigenza bianconera prova a coccolarsi il suo fenomeno e se lo tiene stretto.

Dybala e la magia del numero 10

Da quando ha indossato la maglia con il numero più ambito per un calciatore, Paulo Dybala ha dimostrato di valere tutta la fiducia che la dirigenza e Allegri gli hanno dato affidandogli quel numero che nella storia bianconera è stato riservato solo ai più grandi. Il numero 10 nella Juve è stato indossato da gente come 'Le roy' Michelle Platinì o come Alessandro Del Piero che l'avvocato Agnelli amava chiamare 'Pinturicchio, ora è sulle spalle di un ragazzino argentino che come Platinì e Del Piero incanta, segna e soprattutto ha sempre quel sorriso stampato sulla faccia, proprio come i suoi predecessori. I numeri sono dalla sua, e nonostante in molti provino a screditarlo con accostamenti poco producenti, la Joya continua la sua marcia verso l'olimpo degli dei bianconeri e del calcio mondiale.