"The departed: il bene e il male" è il titolo di un famoso film del grande Martin Scorsese e sembra calzare a pennello per descrivere la “dipartita” che sta vivendo il Milan fin qui in questa stagione.

Ma anche in cotanto supplizio, è stato possibile trovare del bene e porta il nome di Patrick CUTRONE, che ha deciso l’ultimo derby di coppa (Italia, ma di questi tempi è oro colato) con un pregevole tiro al volo, mettendo a segno il suo nono centro stagionale. Alla faccia di chi lo vedeva inadeguato a fare il centravanti del Milan, dopo gli acquisti ultramilionari di questa estate.

Intervistato da Rai Sport, si è commosso in diretta dopo la partita: «Pensare che fino a ieri ero in primavera, e giocavo i derby, segnavo ed esultavo così… Adesso esultare a San Siro davanti a questo pubblico magnifico è qualcosa di incredibile».

Non è da tutti diventare eroe di una stracittadina a diciannove anni, non è da tutti segnare un gol che può ribaltare le sorti di una stagione, quella dei rossoneri, che sembrava già irrimediabilmente compromessa. Ma Patrick ha il fuoco dentro: un agonismo e una ferocia agonistica che hanno portato il suo attuale allenatore (che un tipo tranquillo non lo è mai stato) a definirlo “tarantolato” e che dovrebbe indurre il Milan a blindarlo con un nuovo rinnovo.

Mentre le note positive si esauriscono qui, di (in)degni rappresentanti dell’altro lato della medaglia il Milan attuale ne è pieno zeppo. Ma per questioni che poco hanno a che fare col calcio, l’amblema negativo di questa stagione non può che essere l’altro enfant prodige, Gigio Donnarumma.

Della telenovela estiva se n’è parlato tanto: dopo un interminabile tira e molla tra i dirigenti del Milan e il suo famoso e ancor più pingue procuratore, il contratto viene prolungato fino a Giugno 2021, contemplando una clausola rescissoria da 70 milioni in caso di qualificazione alla Champions, con un ingaggio fissato a 6 milioni di euro netti e un ulteriore milione concesso al fratello Antonio.

Tutti felici e contenti, quindi?

Non proprio: come recita il famoso adagio, al peggio non c’è mai fine. E, difatti, qualche giorno fa Raiola chiede l'annullamento del contratto per presunte pressioni psicologiche subite da Gigio al momento della firma.

Il ragazzo tace, la sua famiglia pure, i tifosi sbottano e lo invitano “gentilmente” a togliersi di torno.

Donnarumma piange, la società se la prende col procuratore, i tifosi non sanno più con chi prendersela. Fino all’ultimo post sui social: «Non ho mai detto né scritto di aver subito violenza morale quando ho firmato».

In tutto ciò una domanda sorge spontanea: dove sono i genitori di Donnarumma? Altrettanto spontanea è la risposta: evidentemente per loro conta molto di più il portafoglio gonfio che la serenità del figlio.

Recentemente è stata pubblicata un’intervista dalla Gazzetta dello Sport: «Il rinnovo? Se la società penserà ancora a lui, ne sarò contento. Di certo non sarà Patrick a farsi avanti: questo è l’anno della crescita sportiva, non economica».

Citazione: il papà di Cutrone.

Con tanti saluti al signore e alla signora Donnarumma.