Ogni città o regione italiana ha una maschera di Carnevale che ne ha segnato la storia o che la caratterizza. Per molti anni - soprattutto quando ero bambina - mi sono sempre chiesta quale fosse la maschera carnevalesca della mia città, Potenza.

Sapevo esistesse Arlecchino, Pulcinella, Colombina, Gianduia, Pantalone, Meneghino, Gioppino, Rugantino, Brighella, Mosciolino, Beppe Nappa; e sono quelle che per tutta l’infanzia - io e i tutti gli alti ragazzini della mia generazione - abbiamo preso da ispirazione per travestirci a carnevale.

Però da qualche anno, grazie all'iniziativa promossa dal "Lions Club Potenza" e del lavoro attento dello storico Lucio Tufano, il personaggio caratteristico del carnevale potentino è stato tracciato e svelato nei panni di: “Sarachella”.

Maschera di Sarachella: chi è, qual è la sua storia e chi l'ha inventata?

Scrissi di lui già il giorno che venne al mondo – oramai sette anni fa – eppure, il giovanotto, deve ancora farsi strada nel panorama nazionale tra le più rinomate maschere veterane.

Sarachella è un ragazzino povero che bazzica tra i vicoli della città; indossa una giacchetta consumata e rattoppata; dei pantaloni logori alla cui vita è legata una “zoca” (una corda che usa a mo’ di cintura); una camicia a quadri consumata; al collo porta delle “cerasedde nsertate” (una collana di peperoncino piccante rosso); ai piedi indossa dei calzini corti e slabbrati e, al posto delle scarpe, delle pantofole rotte. È un tipo senza fronzoli, un buon tempone, dalla battuta pronta e irriverente, salace, perspicace, goliardico, uno che conosce i fatti e i misfatti di tutti; un attore del non senso, fra intuito e istinto; talvolta amaro e disperato, grottesco, bizzarro…e innamorato di una donna per lui inarrivabile.

La maschera popolare lucana è l’incarnazione, quindi, di quella realtà potentina verace. L’immagine della Tradizione e di un tempo antico offuscato oggi dalla modernità.

“Maschera sarcastica, comparsa inconscia ed attonita…dentro il cuore della sbornia popolare”: questo afferma lo storico della potentinità Lucio Tufano, riscopritore del personaggio.

“Sarachella” rappresenta quell’ideale dell’appartenenza alla propria terra, ma anche un’idea di vita che va avanti da sé: senza sottomettersi a nessuno, con poco spazio per le apparenze.

Il contrasto che si fa dramma, farsa. Il brutto e il bello. La miseria e la dignità.