Cinque anni di lavoro intenso e i risultati si vedono. Almeno questa è l'impressione che traggo esaminando le fonti del ministero della giustizia e numerosi siti specialistici. Il sistema giudiziario italiano esce finalmente dal porto delle nebbie in cui era entrato negli anni delle “leggi ad personam” ed è oggi più attrezzato ad adempiere alla sua missione. Una vera e propria inversione dei tendenza, in nome della certezza del diritto e di una maggiore rapidità ed equità nel giudizio, cominciata con la reintroduzione del reato di falso in bilancio.
Le leggi che hanno cambiato la giustizia: legge anticorruzione e codice antimafia
Ma la battaglia per la legalità è stata il filo conduttore della legislatura per una serie di misure fondamentali nel contrasto alla piaga dei fenomeni corruttivi. Snodi centrali di questa nuova sensibilità sono la legge anticorruzione e la creazione dell’Anac. L’Autorità, affidata ad un magistrato di lungo corso ed esperienza in materia come Raffaele Cantone, diventa strumento centrale nell’attività di vigilanza per prevenire le illegalità e, allo stesso tempo, per aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse. A questo si aggiunge la riforma del codice degli appalti e l’introduzione per la prima volta del reato di riciclaggio per punire chi investe il denaro “sporco”.
Un rigoroso viatico al quale si aggiungono poi l’introduzione del nuovo codice antimafia, con lo scopo di aggredire i beni di origine mafiosa, l’inasprimento della legge sullo scambio elettorale politico-mafioso, che estende i casi di reato e punisce gli intrecci tra politica e criminalità, e l’istituzione di un Fondo per il credito delle aziende sequestrate.
Un’importante novità, quest’ultimo, nel solco di quello spirito normativo avviato dalla legge Rognoni-La Torre e che nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal mondo dell’associazionismo e sottoscritta da 120mila cittadini. Infine, per favorire l’emersione delle illegalità e dare una tutela speciale al testimone che denuncia i corrotti è stata approvata anche la legge sul cosiddetto whistleblowing.
Giustizia: la riforma del processo civile
Altro caposaldo della legislatura è sicuramente la riforma del processo civile. In questo caso l’idea forte è la volontà di alleggerire i carichi pendenti nei Tribunali, snellendo e velocizzando i procedimenti, puntando su efficienza, digitalizzazione e trasparenza, e favorendo con incentivi mirati le strutture giudiziali virtuose. Quelle cioè più responsabili nello smaltimento del pregresso e che si distinguono per le sentenze di primo grado più veloci e per i tempi corti nelle impugnazioni.
130 milioni di risparmi con il processo telematico
I primi successi contro lentezze e ritardi sono stati evidenziati anche dall’Istat, visto che dal 2015 è in discesa il numero degli arretrati sia civili che penali.
Per capire l’importanza delle misure introdotte segnaliamo che, in tre anni, solo il via libera al processo telematico ha permesso di risparmiare 130 milioni di euro. Molte e importanti sono le novità che giungono anche dalla riforma del diritto fallimentare. Su tutte segnaliamo la norma con cui si introduce un allerta preventivo per le crisi di impresa e si favoriscono interventi e soluzioni prima che sia troppo tardi a tutela dell’impresa stessa e dei lavoratori.
Più assunzione per il sistema giudiziario
Profondamente rivista anche la giustizia penale, con importanti interventi al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario. Quest’ultimo, in particolare, ha visto proprio nei giorni scorsi il varo in consiglio dei ministri dei tre decreti attuativi su minori, lavoro e giustizia riparativa.
Da segnalare, infine, anche le risorse inserite nella Legge di Bilancio 2018, che permettono 1.660 assunzioni tra magistrati, personale amministrativo, agenti di custodia ed assistenti sociali. Perché per una giustizia più giusta non bastano solo le buone leggi, ma anche gli uomini e le donne in grado di farle applicare.