Se il governo Gentiloni sarà promosso o bocciati dai cittadini, lo vedremo, ma quello che importa davvero è che finalmente si è mosso qualcosa a favore delle situazioni familiari più difficili. Isomma, al di là delle legittime posizioni politiche di ciascuno, c'è almeno il merito di aver iniziato un profondo percorso di riforma del sistema welfare e dato risposte tangibili ai problemi del quotidiano più basilari.
Non è riferito agli “80 euro” in busta paga o all'introduzione del Reddito d’inclusione come contrasto alle povertà estreme e neanche agli altri fondi per la lotta alla povertà educativa: quello che qui si affronta, punto per punto, norma per norma, è il discorso della disabilità.
Disabilità: quello che è stato fatto
Un capitolo troppo spesso dimenticato sul quale paghiamo un colpevole ritardo anche in termini di civiltà è quello della non autosufficienza. I precendenti Governi avevano addirittura azzerato il fondo per la non autosufficienza e ci sarebbe molto da dire sulle “opportunità politiche” di cavalcare il tema, ma possiamo notificare che il governo approvando il “Dopo di noi” ha rifinanziato con 450 milioni strutturali il fondo per la non autosufficienza e introdotto un piano di sostegno per chi si prende cura di familiari disabili. In Italia 2,5 milioni dei 13,5 complessivi di anziani non sono autosufficienti, ma solo 700 mila individui ricevono interventi domiciliari e i servizi locali coprono meno del 5% della popolazione anziana: non si può prescindere dal mettere mano ad una riforma organica per gestire questo tema di vasta entità.
Tre proposte a favore delle famiglie con disabili
L'economista del Partito Democratico Tommaso Nannicini avanza tre proposte, in sintesi:
- 1. Indennità di accompagnamento da riformare aumentando le risorse per tutti graduandola in base ai bisogni effettivi (investimento strutturale di 2 miliardi di euro). Oggi l’Inps eroga a tutti un’indennità di 516 euro al mese sotto forma di assegno, non graduato sulla gravità della singola persona. L’indennità aumenterà per tutti e arriverà a raddoppiare per i casi più gravi.
- 2. Budget di cura: somma introdotta ed utilizzabile soltanto per l’acquisto di servizi professionali accreditati o per l’impiego regolare di assistenti familiari certificati che la singola famiglia sceglierà sulle proprie esigenze. Si può scegliere di ricevere l’aumento d'indennità sotto forma di budget di cura (e il sostegno economico sarà ancora alto) fino ad arrivare a 1.500 euro.
- 3. Autonomia dei disabili: un impegno che guarda ai giovani che consenta il sostentamento dell’indipendenza economica delle persone disabili, Investendo in nuovi strumenti tecnologici e informatici che favoriscano l’inserimento e il potenziamento della loro partecipazione scolastica e la valorizzazione del loro potenziale. È prevista una rete di servizi, con percorsi specifici nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro e un piano di investimenti per inclusione universitaria”.
Disabili: il problema non riguarda un solo partito
Chiunque viva situazioni dove la non autosufficienza di un genitore, di un figlio, del coniuge, sia un grave problema, sa che la speranza è che queste proposte non rimangano patrimonio di un partito o di una singola forza politica.
Dovrebbero, invece, essere assunte nel programma di tutte le forze che si presentano alle elezioni, poiché il problema dei diversamente abili non ha bandiera o tessera di partito. Riguarda tutti, perché è un fatto di civiltà.