Se a Napoli il Napoli è linfa vitale, c’è uno sport che nemmeno immaginiate quanto piaccia alla piazza. C’è uno sport che del calcio e del Napoli ne è la causa: il bungee jumping dei sentimenti. Quando una vittoria allo scadere della diretta rivale è seguita da un’amara e spasmodica sconfitta degli azzurri, il cielo si fa nero sul Vesuvio. Quando un punto portato a casa da Milano, diventa inutile quanto una forchetta nel brodo. Allora due serate bastano per capovolgere gli umori, insieme alla classifica. Due serate bastano per vanificare quanto di buono costruito da quelli che a tratti sembravano eroi.

Napoli è così, la perfetta fotocopia dell’andazzo di una partita, che ogni tanto, ci sta, non può che andare storta. L’euforia diventa pressione, la speranza si tramuta in delusione. E così, senza sosta, quel fiato prima sfoggiato sugli spalti dà voce alla più grande delusione della stagione. Perché si sa, l’uscita dall’Europa, come quella dalla Coppa, non hanno certo creato pareri concordanti quanto quelli che invece, al fischio di Meazza, sembravano mettere un punto alla parola fine.

La luce in fondo al tunnel

“Sembravano”, un imperfetto che potrebbe diventare passato o futuro, sulla base di quello che sarà da oggi il percorso degli uomini di Sarri. Perché se Liga accenna a quando smetti di sperare, a riaccendere la luce in fondo al tunnel ci ha pensato Albiol nella gara contro il Genoa.

I cori intermittenti del San Paolo, a metà tra il timore e la convinzione, hanno fatto da cornice alla gara contro il fratello Grifone. Quella col Genoa rimarrà senza dubbio la più grande prova di maturità dall’inizio del campionato, se non addirittura, di un ultimo lungo periodo azzurro. Provarci, l’imperativo gridato dal mister toscano, perché le parole di Insigne dopo il pareggio con l’Inter non vengano travisate; fino a quando c’è speranza bisognerà provarci, perché crederci è solo per gli illusi.

Sarri suona la carica

La strada degli azzurri, fatta eccezione per quello che sarà il più significativo scontro diretto degli ultimi anni, sembra avere meno ostacoli di quelli che invece potrà incontrare la Juve. Perché gli alieni hanno smesso di essere tali; perché la pressione sul collo, il Napoli, dovrà essere bravo a non tralasciarla mai.

Il Napoli è umano, la Juve pure, è quello di cui la piazza dovrà invece convincersi. Perché il destino è un qualcosa di tanto grande a cui non tutti proprio credono, ma quando i campioni di Italia perdono terreno contro una Spal ai piani bassi della classifica, qualcosa vorrà pure dire. E se il futuro è ancora tutto da costruire, oggi la piazza dovrà riacquisire una certezza: quella corda elastica, quando salti nel vuoto, funziona eccome, ma la squadra ha bisogno che dal ponte non ci si butti proprio più.